Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha recentemente rilasciato una lunga intervista a Radio CRC, condividendo ricordi, emozioni e visioni sul futuro del calcio. Dalla nostalgia per il Napoli della sua infanzia alla critica delle istituzioni calcistiche, De Laurentiis ha anche lanciato una provocazione sul trofeo più emozionante vinto durante il suo lungo mandato. Inoltre, ha espresso preoccupazioni per il sovraccarico di impegni dei giocatori e per la gestione del calcio italiano, proponendo soluzioni audaci per un cambiamento necessario.
Il Napoli e la nostalgia di De Laurentiis
Nel corso dell’intervista, De Laurentiis ha parlato della sua passione per il Napoli fin da piccolo, rievocando il ricordo del “ciuccio del diario di Jacovitti“. Ha raccontato di come, fin da giovane, si sia innamorato della squadra partenopea, legandosi a essa in modo quasi affettivo.
Inoltre, ha menzionato un progetto che coinvolgeva Maradona, svelando anche l’idea di un film dedicato al grande campione argentino. Non solo passato, però, ma anche futuro, con De Laurentiis che ha suggerito un evento benefico ispirato a “Mercante in Fiera“, un omaggio ai protagonisti storici del Napoli e ai suoi successi odierni.
Il momento più emozionante da patron del Napoli
De Laurentiis non si è limitato a celebrare i trionfi, ricordando diversi successi avvenuti alla guida del club campione d’Italia:
“Il passaggio dalla Serie B alla Serie A è stato un momento indimenticabile. Nella mia vita ho sempre cercato di far divertire il pubblico con il cinema e in pochi hanno avuto il mio successo. Ora, invece, vedo i tifosi che trasmettono il loro senso di rivincita e per me è una soddisfazione. Questo è un godimento che neanche un trofeo può darti”.
De Laurentiis senza freni: la critica al calcio italiano
Il patron dei partenopei ha anche lanciato pesanti critiche al sistema calcistico italiano, sottolineando come le istituzioni siano troppo focalizzate sulla propria rielezione e sulla gestione politica del calcio, ignorando l’importanza di proteggere i giocatori e il loro benessere.
“Chi gestisce il calcio ancora non ha capito di essere troppo attaccato alla poltrona: non si deve distruggere il calcio. Si gioca troppo e c’è l’incubo infortuni, non c’è rispetto per i calciatori: loro dovrebbero essere liberi professionisti, non essere sottoposti a stress vincolanti. In Italia c’è un sistema medievale dove dei grandi signorotti che pensano di essere rieletti solo con cose che fanno sorridere. Da 21 anni vado in Lega a parlare del nulla, mi sono stancato: c’è un problema economico e loro fanno finta di nulla”.
De Laurentiis ha criticato anche il sistema delle nazionali, sostenendo che dovrebbero essere i club a decidere quando i giocatori possano partecipare agli impegni internazionali.

Il futuro del calcio: salute e indipendenza
In chiusura, De Laurentiis ha lanciato uno sguardo verso il futuro del Napoli e del calcio in generale, facendo un augurio per il 2026:
“Ci dobbiamo dotare di tanta saluta e di un bel corno contro gli iettatori, non voglio dire altro…” – ha concluso De Laurentiis.




