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Interviste

Dagli scherzi con Conte, all’addio improvviso: l’ex Napoli racconta tutto ai nostri microfoni

Tiberio Ancora, ex personal trainer e educatore alimentare del Napoli, è intervenuto in esclusiva a Spazionapoli.it. Da vent’anni nello staff di Conte, è oggi uno dei massimi esperti di nutrizione sportiva. La sua avventura inizia, però, in un altro ruolo:

“Sono stato un calciatore professionista fino ai 40 anni, e ho sempre curato l’allenamento, la forza, l’alimentazione e l’integrazione. Tutto questo quando queste cose non esistevano,  i miei compagni  mi vedevano arrivare con le proteine, dicevano: ‘Questo che sta prendendo? Che sta facendo?’”.

Tiberio Ancora, dal campo alla nutrizione: il fedelissimo di Conte si racconta

Un fattore è stato decisivo per Ancora: la passione.

“Mi sono appassionato, studiavo, prendevo attestati, master e qualifiche. Mi sono allungato la carriera perché ho iniziato a studiare quando avevo circa 28-30 anni. Mi chiedevo: ‘Adesso che smetto di giocare, che faccio?’”.

Ma è l’attenzione di Antonio Conte che è stata decisiva:

“Nel frattempo avevo iniziato a catturare l’attenzione di chi mi stava intorno, tra cui anche Antonio Conte. Lui mi disse: ‘Se ti fa piacere entrare a far parte del mio staff, io ne sarei felice’. Mi disse anche: ‘Se io cresco, cresci con me. Con l’avvento della Nazionale, quando i calciatori non arrivavano secondo i parametri del mister, ci siamo dovuti esporre. Mi sono ritrovato a parlare davanti a 200-300 persone, tra cui presidenti, preparatori e allenatori di Serie A e B”.

Tiberio Ancora, ex nutrizionista del Napoli, è intervenuto in esclusiva a SpazioNapoli.it

L’esperienza napoletana e il rapporto speciale con Conte

L’esperienza napoletana, culminata dallo Scudetto, è stata indelebile:

“Il legame lo sentivo e lo sento ancora, perché c’è tantissima gente che mi scrive. Quando il pubblico percepisce che c’è un attaccamento che va oltre l’aspetto professionale, allora entri nel cuore delle persone per sempre”.

Altro tema caldissimo, è quello del calendario fitto, che, però, per Ancora non cambia la preparazione estiva:

“No, durante l’estate no, perché il lavoro è quello. In settimana, poi, avendo meno tempo di recupero, il carico di lavoro può cambiare, ma il ritiro non va modificato. Assolutamente no”.

E per i calciatori musulmani in Ramadan?

“Ci sono tante strategie per rispettare le proprie credenze religiose, è come un digiuno intermittente. Io, per esempio, lo faccio ogni giorno: digiuno per 18 ore, ma non è detto che nelle restanti 6 ore non mangi”.

Sul rapporto con Conte, dopo oltre vent’anni:

“Io penso che sia molto semplice: conosco due Antonio Conte, uno professionale e uno amichevole. In televisione può sembrare duro, scontroso … ma in realtà è una persona simpatica, gentile, cordiale. È una persona per bene. Ci tengo a ribadirlo: è una persona per bene. Vi porto un aneddoto, per farvi capire: quest’estate, la cosa più simpatica che abbiamo fatto insieme è stata imitare Lino Banfi nei film ‘Vieni avanti cretino’… Antonio Conte è anche questo”.

L’infortunio di De Bruyne e l’addio a Napoli: Ancora svela la verità

Sull’infortunio di De Bruyne, il personal spiega:

“L’infortunio di De Bruyne è piuttosto serio, e se non sarà attento  nel gestire l’alimentazione post-operatoria, probabilmente i tempi di recupero si allungheranno. Ma conoscendo il professionista che è, curerà i dettagli al millesimo”.

E quando gli si chiede di nominare un calciatore che ha svoltato grazie al suo intervento, risponde così:

“Posso citarti diversi calciatori, ma non vorrei fare torto a qualcuno. McTominay, Anguissa, Lukaku, Lobotka, Rrahmani, Di Lorenzo… potete anche chiederlo a loro”.

E poi l’addio al Napoli, doloroso ma consapevole:

“Il Napoli mi chiedeva di rimanere a tempo pieno, ma io ho uno studio a Lecce molto importante. Adesso, per dire, il Napoli è quasi in ritiro da un mese, con tutte le partite che ha fatto e che ci saranno. Non è stato facile, tanti mi hanno detto: ‘Hai avuto un coraggio incredibile’”.

Il messaggio finale ai napoletani, è tutt’altro che banale:

“Quello che ho vissuto a Napoli non l’ho mai visto. Non è solo tifo, è una forma di ribellione: Napoli, che è stata sottomessa in passato, oggi primeggia.”

Chiude con un appello, sincero, che evidenza l’unico neo dell’esperienza partenopea:

“Mi dà fastidio soltanto una cosa: tra tantissimi tifosi perbene, ci sono anche pochissime persone cattive, che nei momenti di crisi ci hanno massacrato. È questo che voglio dire ai tifosi napoletani: quando le cose non vanno bene, bisogna restare uniti. Perché quando si vince, la gioia è ancora più grande”.

Articolo modificato 31 Ott 2025 - 14:37 14:37

Scritto da
Laura Bisogno