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Interviste

Lukaku: “Io e Conte ci rendiamo migliori. Vi svelo cos’ha fatto Mertens prima del mio arrivo”, poi il messaggio sullo Scudetto

Romelu Lukaku ha rilasciato alcune dichiarazioni importantissimi sul Napoli e sulla sua carriera. Di seguito i temi toccati da Big Room. 

Romelu Lukaku continua ad essere protagonista in casa Napoli. L’attaccante azzurro è riuscito a suon di gol e giocate a guadagnarsi l’amore del popolo napoletano. Infatti, dopo l’arrivo in Campania (grazie ad Antonio Conte) il giocatore si è subito ambientato alla grande. A tal proposito, il belga ha rilasciato un’intervista molto importante analizzando alcuni temi chiave per sé stesso e per il suo club.

Lukaku: “Sogni? Godermi ogni partita. Il calcio mi ha cambiato la vita”

Romelu Lukaku, attaccante del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista alla “FIFA condotta da Giuseppe Annarumma. Il giocatore ha celebrato i 15 anni di carriera internazionale. Di seguito le sue parole sul Napoli, sul Belgio e sulla sua carriera professionale.

Sono tanto orgoglioso di rappresentare il mio Paese. Ho iniziato a 16 anni, ero molto giovane. Mi sono divertito a lavorare con tutti i compagni e gli allenatori avuti nel corso degli anni. Per me è stata veramente una grande esperienza. Giocare per il tuo Paese è un grande orgoglio, motivo per il quale ho sempre dato il massimo”.

Sulla prima convocazione: ” “Ero a scuola quando ho ricevuto un messaggio per la prima convocazione con la nazionale. Il lunedì successivo andai di nuovo a scuola e dopo mio padre mi accompagnò al ritiro della Nazionale. Ricordo ancora il primo incontro: è stato con Vincent Kompany. Conoscevo Moussa Dembelé perché era il miglior amico di mio cugino. Loro sono stati i miei punti di riferimento a livello internazionale. Ho sempre creduto che potessi farcela”.

Su due momenti emblematici:“Penso che il momento migliore sia stato il gol contro il Portogallo perché mio fratello mi servii l’assist e fu davvero emozionante. Il momento peggiore senza dubbio la semifinale della Coppa del Mondo del 2018, credo lo sia stato per tutto il nostro Paese”.

Sulle sensazioni legate al Mondiale: “Giocare una Coppa del Mondo significa tutto. Devi essere paziente, si gioca ogni quattro anni. Non sai mai cosa può succedere e quale può essere il tuo ultimo Mondiale.  Sarebbe bello giocare un quarto Mondiale l’anno prossimo, l’obiettivo è vincere ogni partita, vincere il gruppo di qualificazioni e magari presentarci al Mondiale come “outsider”.

Un ricordo sulla carriera internazionale: “Per me la cosa più bella è quanto siamo stati competitivi tra di noi. Tutti i momenti che ho vissuto con quel gruppo dal 2016 al 2021 sono stati i migliori. Eravamo felici di competere tra di noi per la nazionale ad altissimi livelli. Ora, però, posso dire che stiamo tornando nuovamente ad avere lo stesso spirito”.

Romelu Lukaku, poi, ha toccato anche un tema molto emozionante legato al suo passato. Di seguito l’azzurro ha parlato dei suoi sogni da bambino e non solo. Di seguito le sue parole.

“Da piccolo credevo di diventare quello che sono oggi. Non ho mai pensato che sarei diventato il migliore al mondo, ma credevo di diventare il miglior numero 9 del Belgio di tutti i tempi. Sapevo di essere diverso dagli altri e di avere una mentalità speciale, che Non permetto ai miei figli di dire “non posso fare qualcosa”. Devono dirsi “Io posso”. Questo è il potere delle parole e bisogna credere e trasmettere questo ai propri figli, come hanno fatto i miei genitori. Ad oggi ai bambini direi di non ascoltare nessuno e fare sempre ciò che ti piace”.

Sull’esperienza più importante della carriera: “Credo che i primi anni al Chelsea siano stati positivi e negativi da un punto di vista di campo, perché sì ero al Chelsea, però volevo anche giocare. Ho condivido lo spogliatoio con personalità importantissime, basti ripensare a Lampard e non solo. Avevamo avuto una stagione difficile, eppure abbiamo vinto una FA Cup e la Champions League. Il modo in cui quei giocatori si preparavano per quei momenti decisivi l’ho portato con me per il resto della mia carriera. Sono molto grato a loro per tutto questo. Lì ho imparato anche a comunicare in diverse lingue”.

Infine, Romelu Lukaku ha poi deciso di dedicare una parentesi anche alla sua esperienza attuale. Il calciatore belga ha parlato del Napoli e del rapporto con Antonio Conte. Di seguito le sue parole.

Sull’arrivo a Napoli e il rapporto con Mertens: “Sono stato preparato bene da Dries riguardo Napoli. Ci sentiamo spesso, lui è uno di quei giocatori importanti anche fuori dal campo. Quando sono arrivato qui già sapevo cosa fare. Non sono uno di quelli che esce tanto ma avverto sempre il calore di Napoli. I tifosi e la gente ci danno una spinta incredibile, apprezzo tanto il loro supporto”.

Sul rapporto con Conte: “Io e Conte siamo semplicemente onesti tra di noi. Lui ha delle idee e dei piani che io già conosco. Da un punto di vista tattico lui sa che sono uno che studia molto le gare. Ho guardato le sue partite a lungo, più o meno da quando ha chiesto informazioni su di me nel 2013/14. Riesce a portarmi mentalmente e fisicamente ad un altro livello e a me piace dare la massima disponibilità al suo lavoro. Credo che ci rendiamo migliori a vicenda. Per me lui è uno dei migliori allenatori in circolazione. Una cosa ci accomuna: la ricerca della vittoria, sempre. Mi piace pensare che siamo come Phil Jackson e Shaquille O’Neal”.

Sul possibile Scudetto: “Abbiamo dato tutto per vincere il campionato, ma non è di certo semplice. Dipende da tanti fattori, come quelli fisici e mentali. Non è stato facile perché abbiamo anche cambiato modo di giocare, ma ora è il momento di essere disponibili al sacrificio”.

Sui sogni futuri: “Ora voglio soltanto godermi ogni gol che faccio e vedere dove mi portano.Se i gol che segnerò nel resto della mia carriera mi porteranno titoli sarò molto felice, perché tutto ruota intorno alla vittoria. Voglio solo stare bene fisicamente e godermi il futuro, perché il calcio ha cambiato la mia vita e quella della mia famiglia”.

Articolo modificato 12 Mag 2025 - 18:38 18:38

Scritto da
Giuseppe Ferrara