Il Napoli fa un gioco perverso, l'analisi della vittoria col Lecce (LaPresse) spazionapoli.it
Difesa e sacrificio sono l’essenza del Napoli, ma non solo: l’analisi non lascia dubbi.
Il Napoli vince a Lecce e lo fa, ancora una volta, senza subire gol. Per la quarta volta consecutiva, e per la 17ª in questo campionato, gli uomini di Antonio Conte abbassano la saracinesca e tornano a casa con la porta inviolata.
Solo 25 reti subite nelle 35 partite giocate finora, miglior difesa d’Europa ma anche il simbolo di una voglia di incommensurabile di mettere le mani sul premio finale. Nonostante le emergenze difensive gli azzurri gettano il cuore oltre l’ostacolo e conquistano tre punti fondamentali nella lotta scudetto.
Ma la difesa non è solo una delle caratteristiche del Napoli di Antonio Conte. Non subire gol è ormai diventato un vero e proprio marchio di fabbrica, l’essenza di una squadra che si sacrifica. Lo ha analizzato l’edizione odierna del Mattino, che ha sottolineato il gioco proposto dal tecnico pugliese in una partita “ossimoro”.
“La partita ossimoro: la sofferenza che dà gioia. Il Napoli si trasforma in un fortino nel secondo tempo, dopo una punizione maradoniana di Jack Raspadori, e si mette in modalità sofferenza. Dalla metà del secondo tempo la partita diventa un girone dantesco: quello degli attendisti passivissimi, il Napoli palleggia e aspetta, e se perde il pallone arretra e aspetta. La tensione sale, il senso del pericolo no”, scrive il quotidiano.
L’ultimo gol il Napoli lo ha subito il 7 aprile contro il Bologna. Dopodiché Empoli, Monza, Torino e Lecce, tutti a secco contro gli azzurri. Nel momento peggiore, forse, per il reparto difensivo del Napoli gli uomini di Conte si chiudono a riccio nella propria metà campo.
“È un gioco perverso che, però, riesce alla grande. Avendo rinunciato ad attaccare tutta la partita diventa un grande esperimento difensivo [..] Il Napoli gode della sua sofferenza, tanto che abitua tutti, la sofferenza diventa una euforia difensiva, la certezza è di tutti: non segneranno e non riescono a segnare [..] Non c’è nemmeno bisogno di essere killer fallosi, l’assedio del Lecce diventa di una mediocrità laboriosa, le mosche diventano api, ma non pungo-no, continuando a sbattere, invece. È la sublimazione della difesa in undici. Tutti raccolti, in una botte poco prima dell’area. È una via crucis calcistica senza crocifissione, il Lecce non riesce ad inchiodare il Napoli”, conclude il quotidiano.
Articolo modificato 4 Mag 2025 - 14:26 14:26