Rachele, tifosa del Napoli, e suo padre (SpazioNapoli)
Il padre della piccola tifosa del Napoli costretto a prendere le distanze e dire basta: la denuncia social e l’annuncio su TikTok
Quanti fenomeni sono esplosi in questi anni su TikTok? Qualcuno è durato nel tempo, qualcun altro è cresciuto ed è evoluto portando nuovi contenuti e mantenendo una fanbase importante. E poi ci sono i tanti volti giovanili, come quello di Rachele.
La bimba, romana ma tifosissima del Napoli, è diventata nota sulla piattaforma verticale perché follemente innamorata dei colori azzurri e dei suoi calciatori. Ma in famiglia…non tutti sono come lei. Infatti, è presente questa dicotomia con il padre e il fratello, entrambi tifosi giallorossi. Il risultato è il simpatico siparietto e le continue gag padre-figlia che sono diventate virali, specialmente nell’anno dello Scudetto.
In questo mondo, però, i leoni da tastiera e l’odio fanno da padroni. Persino un’innocente bambina, di circa 9 anni, si vede costretta a rinunciare ad un divertimento/svago a causa dei continui commenti negativi e insulti.
La piccola tifosa azzurra aveva già cominciato a ridurre i video su TikTok, in cui il padre la riprendeva per commentare le reazioni ai gol o alle partite. Non tutti i commenti sotto ai contenuti postati erano positivi o neutri, ma spesso si leggevano frasi che avrebbero potuto ferire Rachele. E sicuramente hanno ferito i suoi genitori.
Di fatto, il padre di Rachele ha annunciato che non pubblicherà più video con sua figlia, perché si è creata una situazione intollerabile:
“Abbiamo deciso di dire basta, anche perché la piattaforma non ci aiuta a bloccare determinati messaggi”
Il padre di Rachele ha poi lanciato l’appuntamento. Il 19 maggio ci sarà il compleanno di Rachele, dove sicuramente comparirà in video su TikTok e su altre piattaforme social. Ma sulla piattaforma verticale sarà presente solo ad ogni 19 maggio di ciascun anno, fino a quando la piccola compirà 14 anni e sarà libera di utilizzare, secondo le norme vigenti, il suo account social.
Insomma, l’odio questa volta ha vinto, ma nel frattempo sono arrivati tanti messaggi incoraggianti e di stima nei confronti della famiglia, provando a far cambiare idea alla nota tifosa azzurra e al papà. Questa è l’ennesima dimostrazione che le parole possono essere armi e bisogna imparare ad usarle bene. Anche sui social e specialmente quando si ha a che fare con minori.
Articolo modificato 17 Apr 2025 - 16:10 16:10