Le avevano chiamate le “quattro giornate di Napoli”, le partite che avrebbero deciso una stagione. E, in effetti, gli “scugnizzi” di Sarri si sono giocati il dubbio di dover riscrivere o meno gli obiettivi di inizio anno proprio in questa settimana, contro Atalanta, Juventus e Roma, e continueranno contro il Real Madrid, martedì.
Le prime due “giornate di Napoli” hanno segnato disfatte ovunque: le “battaglie” contro Atalanta e Juventus avevano messo in bilico la situazione in campionato e in Coppa Italia. Da una parte il terzo posto iniziava a diventare preda di troppi – Atalanta compresa – e il secondo rischiava di allontanarsi, e dall’altra si metteva a repentaglio la possibilità di continuare il cammino in Coppa verso la finale, per di più in favore della Juve, contro la quale i tifosi azzurri non vorrebbero perdere nemmeno la più inutile delle amichevoli.
Nella “terza giornata”, però, il Napoli ha invertito la tendenza. A Roma è scesa in campo una squadra, almeno per i primi settantacinque minuti, equilibrata, serena, organizzata e a tratti cinica. Rog ha confermato la sua ottima condizione già intravista a Torino martedì scorso, Insigne si è ridimostrato prezioso anche senza segnare, Mertens ha ri-tirato fuori la maglia del “falso nueve”, Reina ha salvato la sua porta (fin quando ha potuto) e il risultato (fino all’ultimo secondo); gli altri, chi più e chi meno, hanno svolto il loro compito, semi-macchiato dall’ormai fisiologico calo difensivo nel finale di partita.
Il tutto sotto gli occhi del presidente De Laurentiis, tornato in anticipo da Los Angeles. La squadra ha risposto anche a lui.
Il gesto iniziale di Mertens durante la sua prima esultanza è stato un invito: zitti tutti, parla il Napoli. Basta critiche, basta accuse, basta inopportuni titoli sui giornali.
A proposito di Champions League, è qui che si giocherà l’ultima “giornata di Napoli”. La gara di ritorno al San Paolo contro il Real Madrid chiuderà un mini-ciclo di fuoco, al quale ne seguiranno sicuramente altri. Per il momento, gli “scugnizzi” hanno vinto solo una “battaglia” su tre; resta l’ultima per provare a pareggiare i conti. E, soprattutto, per provare a scrivere la storia. Dalla loro avranno l’entusiasmo del post-Roma; ma dovranno saperlo dosare bene. Contro i galacticos ci sarà bisogno del miglior Napoli, capace di stupire e segnare come contro i giallorossi, ma anche capace di non subire reti, come invece non avviene da cinque partite.
Il gruppo c’è, il buonumore è tanto, e la vittoria dell’Olimpico influirà positivamente sulla mentalità della squadra, ora chiamata ad una prova di carattere, ad una vera e propria “battaglia”. Una “battaglia” che decreterà le sorti di una piccola “guerra”, quella delle “quattro giornate di Napoli”. Gli avvenimenti storici ci insegnano che i ribelli napoletani costrinsero i tedeschi alla resa. E gli “scugnizzi” di Sarri riscriveranno la storia, portando allo stremo i madrileni e conquistandosi un posto in Europa, per questo e per il prossimo anno?