La festa promozione in serie A vede due sorrisi su tutti, quelli di De Laurentiis e Reja, artefici di un piccolo grande miracolo. Rapporto intenso tra i due, fatto di scontri, dibattiti, pizzichi sulla pancia ma tanto rispetto ed affetto, che si perpetua nel tempo fino ad oggi.
L’ex allenatore del Napoli Edy Reja ha rilasciato una lunga intervista apparsa oggi sulle colonne del Corriere dello Sport. Ecco alcuni stralci dedicati alla sua esperienza in azzurro:
“A Napoli fu molto difficile perché c’era sempre la pretesa di vincere il campionato. Io arrivai in C, siamo passati in B e poi in A nell’anno in cui tra i cadetti c’erano Genoa e Juventus. Quando andai via da Napoli non mi resi conto della considerazione che avevo, ero spesso criticato dai giornalisti e dalla gente. Quando sono tornato a Napoli con la Lazio e sono uscito dal tunnel si sono alzati tutti in piedi e con l’applauso mi hanno accompagnato fin quando non sono arrivato in panchina. Questa è stata una cosa straordinaria e particolarmente emozionante.
Momento più emozionante della mia carriera? La promozione in A con il Napoli a Genova. Per i tifosi tornare in A era come riemergere da un temporale. Mi ricordo quando tornammo a Napoli e ci portarono con il pullman scoperto dall’aeroporto fino a piazza del Plebiscito. La gente era ovunque ed era felice. Io al Napoli usavo il 3-5-2 e mi davano del vecchio. Quando lo ha usato Conte gli hanno dato dell’innovatore. L’allenatore che apprezzo di più è Sarri, anche ad Empoli giocava un calcio originale. Anche lui ha fatto la gavetta come me.