Troppo tempo senza gol, ma ora c’è bisogno di lui: il Napoli deve ritrovare “Ciro” Mertens

Dries Mertens, meglio conosciuto come Ciro agli occhi dei suoi tifosi è, come tutti sanno, il belga emerso a Napoli sotto la guida di Maurizio Sarri, che lo ha letteralmente fatto esplodere nel ruolo di prima punta, garantendo ottimi risultati dal punto di vista realizzativo.

E che numeri, quelli di Ciro. Nell’ultima stagione di mister Sarri, infatti, è anche grazie al suo contributo se gli azzurri hanno sfiorato l’impresa scudetto. Dries, infatti, si è aggiudicato 38 presenze e ben 18 reti solo in serie A.

Quest’anno, però, le cose sembrano andare diversamente. Dries non va in rete dal 29 dicembre 2018, durante la gara casalinga contro il Bologna. Da lì, da poco prima dell’inizio dell’anno nuovo, il vuoto. La macchina Mertens si è inceppata. Ma cosa è successo? Quali sono i motivi?

MERTENS NON SEGNA PIÙ, I MOTIVI

Mercato? Allarme Cina anche per lui? Potrebbe voler andare via e quindi il suo digiuno sarebbe collegato ad un eventuale desiderio di cessione? O è un semplice calo mentale legato ad un blocco psicologico destinato a sparire presto?

MERTENS, IL PROBLEMA È TATTICO

La spiegazione più plausibile però, sembra essere un’altra, ed è lo stesso Mertens ad averne ironicamente accennato durante un’intervista post partita. “Perché non segno come prima? C’è un altro tipo di gioco, facciamo tanti cross, non sono mica Crouch!“. Il problema, forse, sarebbe proprio questo. Troppi cross, verticalizzazioni, lanci lunghi; insomma, un nuovo tipo di gioco targato Ancelotti che non lascerebbe molto spazio a quel Ciro che fin da subito si era contraddistinto per le sue capacità in zona attacco.

L’ESIGENZA DI RITROVARE IL GOL

Fatto sta che, da quando Insigne si è fermato durante il riscaldamento di Salisburgo-Napoli, ed è stato comunicato che, trattandosi di una elongazione dell’adduttore destro, i tempi di recupero sono stimati in circa tre settimane, il senso di responsabilità va a bussare alla porta dell’attaccante belga. È lui, insieme a Milik, a dover dare il giusto contributo in termini realizzativi.

Alle critiche per i pochi gol però, stavolta risponde così: “Non mi interessa, non sono nato bomber. Non sono come Milik, che vive di gol“. Ed è vero, ma i napoletani non vogliono rinunciare alle sue meraviglie. Perché si sa, a lui i gol semplici non sono mai piaciuti, ed è proprio questo, forse, che lo ha reso speciale agli occhi dei suoi tifosi. Perciò, che “Non sarà mica Crouch” lo sanno, ma che recuperi il suo bagaglio di abilità e fantasia, e che torni a fare sua quella rete, questo lo stanno aspettando tutti.

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Alessandra Santoro

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