Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, in onda su Radio Kiss Kiss Napoli, è tornato a parlare al “vero-falso“, in compagnia di Valter De Maggio.
Le sue parole: “Un pensiero alla città di Genova, ultimamente viene da pensare che le istituzioni pensino ai propri interessi e non a quelli dell’Italia. Ma come è possibile che abbiamo i piedi di argilla? Siamo il paese di Renzo Piano, mandiamo gente a costruire ovunque e poi abbiamo i crolli a casa nostra? Qui c’è da rifondare la politica, rifondare la Costituzione.
Belotti a Napoli? Falsissimo. Non sono “innamorato” di lui, non gli voglio fare un torto ma abbiamo una batteria tale di attaccanti a cui non serve aggiungere altro. Ho sempre detto “lasciamo vedere ad Ancelotti le loro qualità”, prima di vendere o dare in prestito perché in attacco siamo tanti, veramente tanti. C’è un giornalismo superficiale che mi sminuisce, dicendo che De Laurentiis non ha comprato nessuno. Diciamo che De Laurentiis a casa sua fa quel che vuole, diciamo che deve dialogare coi suoi collaborati, a 69 anni non deve dare conto a nessuno, non deve dimostrare nulla.
Ancelotti entusiasta di Castel Volturno? Sì, è vero. Manca qualcosa ma a breve sarà tutto ultimato. Inviteremo voi giornalisti che potrete verificare quanto sia diventato un centro di grande professionalità. Inglese via e dentro un nuovo attaccante? Per fare cosa? Noi abbiamo Verdi, con tante possibilità di gioco; Mertens e poi Milik. Un altro attaccante per creare disvalore? Inglese è andato in doppia cifra coi gol, perché non dovrei valorizzarlo ma tenerlo in panchina? Devo fargli aumentare il valore, o diminuirlo? Terzo portiere? Vero, e lo spero. Stiamo lavorando su questa possibilità.
Serie B a 19 squadre? Falso che Malagò e Fabbricini operino bene. Sono i classici italiani che piratescamente vogliono rimanere indenni da ogni tipo di critica. In Italia esiste il complesso del piacione, quello che deve piacere per forza. Ma se devo piacere, non devo assolutamente tacere sull’operato degli altri. Credo che cambieranno ben poco.
Genova? Sono nel nostro cuore, voglio dir loro che qualora avessero bisogno possono riferirsi a noi, ci siamo. Non al Comune, che è in dissesto, ma a noi che siamo pronti a dar man forte con qualche iniziativa, anche devolvendo parte degli incassi delle partite allo stadio”.