Finale di Sanremo? Molto meglio i 3 tenori Mertens-Insigne-Callejon! E hanno (quasi) lo stesso costo del Festival

Uno spettacolo emozionante, con colpi di scena e di classe, un evento seguito in tutto il mondo per la sua dose di talento. No, non stiamo parlando del Festival di Sanremo. In molti anche ieri sera hanno assistito alla finale della manifestazione canora credendo di godersi uno spettacolo unico. Eppure si sbagliavano. Da Sanremo a San Paolo il passo è breve, la differenza c’è e si sente. Ma, soprattutto, si vede.

Allo stadio il pubblico ha sicuramente pagato meno della platea dell’Ariston o del canone Rai e si è goduto un’orchestra sinfonica  e un’opera degna dei migliori compositori e diretta dal maestro Maurizio Sarri. L’azione del quarto gol azzurro firmato da Mertens non è una giocata, è un’aria, un passaggio armonico inebriante, un motivetto che si ascolterebbe all’infinito.

Che male c’è dunque nel preferire alla finale del Festival un concerto dei 3 tenori azzurri? Nulla di nuovo nello screditare Sanremo, pratica da sempre in voga ma che non si ripeterà qui. Ciò che si vuol fare è in realtà esaltare gli spartiti scritti in campo da quelli che non possono non definirsi top player.

Fa riflettere poi pensare al costo dei due elementi messi a confronto: da una parte Sanremo 2018, dall’altra quelli che ormai si chiamano ‘i 3 tenori’. Le cifre ufficiali affermano che la 68esima edizione del Festival è costata – tra conduttori, ospiti e artisti in gara – 16 milioni e 400 mila euro. Andrebbero poi aggiunti i costi di produzione, dei tecnici e di tutti gli operatori.

Si pensi ora al trio Insigne-Callejon-Mertens. Il primo, così come facilita le azioni del Napoli, è d’aiuto anche nel calcolo finale che si vuol fare in quanto è costato zero alla società venendo dalle giovanili. Il secondo, prelevato dal Real Madrid nell’estate del 2013, ha provocato un esborso di 9 milioni e 500 mila euro. Il terzo e ultimo, Mertens, 10 giorni prima dell’arrivo dello spagnolo è costato 20 mila euro in meno (dati Transfermarkt).

Il totale del trio azzurro è dunque di 18 milioni e 980 mila euro. Dunque soltanto 2 milioni e mezzo in più di 5 giorni di Sanremo. Forse è quindi vero che la musica più bella si ascolta non cercandola ma trovandola per caso. Questo è quello che è avvenuto ai tifosi giunti al San Paolo che cercavano calcio e hanno trovato un inno. Un inno alla bellezza, al divertimento, alla poesia di un gioco per nulla elitario ma ugualmente aulico. E allora “Musica, maestro!”.

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