Un pareggio da predatori a digiuno: i 10 giorni della crisi azzurra

La sconfitta, pardon il pareggio, contro la Fiorentina è un passo falso che il Napoli non si poteva permettere. La gravità della situazione attuale fa davvero avvertire lo 0-0 del San Paolo come una sentenza al pari di una sconfitta. Una sconfitta morale, non numerica. 10 giorni, 3 gare decisive, 0 vittorie. Questo è un bilancio pesante, che non può non far aleggiare il concetto di crisi.

La gara contro la Juventus è stata una sconfitta dalla quale potersi rialzare nonostante le innumerevoli implicazioni morali del caso. Prima sconfitta archiviata pensando di rialzare la testa in occasione della Champions. Poi appunto la Champions, seconda sconfitta, sul campo e nella competizione. “Ora testa al campionato”, si diceva per trovare qualche rassicurazione. Il campionato è tornato, ma il Napoli dov’è?

La partita con la Fiorentina ha evidenziato che c’è più di qualche problema al momento in questo Napoli, non solo a livello di organico ma anche e soprattutto a livello mentale. Vero, le assenze di Ghoulam e Insigne castrano ogni tipo di giocata, ogni qualsivoglia sprazzo di fantasia, ma non è questo il cuore della questione. Per la seconda volta consecutiva al San Paolo, manca il gol. Grave.

Ma ancora una volta, neanche questo è il cuore della questione. Oggi il Napoli aveva terribilmente bisogno di un riscatto, di un segno di forza, di rabbia, una scossa, un modo per dire “Ora si fa sul serio”, magari riprendendosi la testa della classifica. Niente di tutto ciò. Il vuoto di uno sterile 0-0, il silenzio di una rete che non si gonfia coperto dai fischi di un pubblico deluso.

C’è un sentimento di sfiducia che cresce tra i tifosi, una perdita di consapevolezza che corrisponde alla caduta di una serie di miti, tra cui quello del bel gioco. Tutti ormai sono sul banco degli imputati, Sarri compreso. Juventus e Inter si sono sfidate e scontrate senza fare scintille, frenando prima di ferirsi, fermandosi prima di dare spettacolo.

Un’occasione troppo ghiotta per il Napoli ricevere in casa la Fiorentina e dimostrare di essere una squadra diversa dalle altre due pretendenti al titolo, di avere più grinta, più coraggio, più fame. Un’occasione troppo ghiotta si diceva, talmente tanto che è stata sprecata, persa. Tutto invariato in classifica, perché nella settimana del derby d’Italia le prime 4 in classifica hanno collezionato solo 0-0.

È mancata la cattiveria, il cinismo del predatore spietato e vincente. Perché il campionato risponde a logiche affini a quelle del regno animale: vince il più concreto, il più letale, non il più bello. Correre e rincorrere senza azzannare la preda fa rimanere a digiuno, quello che conta è l’istinto di sopravvivenza. Se ne riparlerà la prossima settimana, per ripartire di nuovo e alzare la testa, rincorrendo, costretti a guardare gli altri e non dipendere solo dalle proprie azioni. Ancora. Da predatori sperando di non diventare prede.

Luca Forte

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