ADL è sicuro: “Gli abbonamenti dovrebbero costare più dei biglietti”. Quali effetti porterebbe questa proposta?

La questione abbonamenti in quest’inizio di stagione tiene banco con effetti contrastanti dalle parti di Fuorigrotta. Infatti, dopo la controversa vicenda di alcuni tifosi a cui è stato impedito l’accesso allo stadio per la gara interna contro il Benevento, rei di aver violato la clausola dell’abbonamento di non intraprendere azioni legali contro la società (intrapresa invece perché gli abbonamenti della passata stagione sono costati complessivamente più dei singoli tagliandi), sono arrivate anche le parole, tuonanti, di De Laurentiis sull’argomento.

Cosa giustificherebbe un prezzo dell’abbonamento raddoppiato rispetto ai biglietti?

Sulla questione, infatti, il patron del Napoli si è detto sorpreso di un abbonamento che dovesse garantire un privilegio anche economico rispetto ai singoli biglietti, e che, anzi, questo dovrebbe costare due volte in più della somma dei tagliandi, in quanto il privilegio sia in realtà già concesso: quello di poter occupare sempre lo stesso posto allo stadio. Ma basterebbe questo privilegio, aggiunto ad un diritto di prelazione per gli eventi europei, in uno stadio oggettivamente vecchio per giustificare un prezzo raddoppiato dell’abbonamento?

Si consideri che il Napoli ha iniziato la stagione in uno degli ultimi posti in serie A per numero di abbonati allo stadio, anche alle spalle delle neopromosse. Vicenda abbastanza insolita per una squadra di vertice. Questo dato evidenzia come sia già presente un problema di carenza di abbonamenti al San Paolo, che rappresentano l’unico modo per riuscire a riempire lo stadio ad ogni partita, e non solo in quelle di cartello. Quindi che soluzione potrebbe fornire un costo ancora aumentato? Che senso avrebbe abbonarsi? L’unico motivo per il quale una soluzione del genere potrebbe avere senso sarebbe quella di migliorare i servizi all’interno del San Paolo, cominciando da un miglioramento estetico e strutturale. Come accade da altre parti in giro per l’Europa.

Stadi europei come modelli da seguire

Prendendo come riferimento gli stadi inglesi, tedeschi e spagnoli e confrontandoli con quelli italiani il confronto è rapido: spalti gremiti, alcuni stadi senza divisioni strutturali invasive tra i settori e strutture moderne, in cui lo stadio non è solo un teatro in cui va in scena un match di calcio, ma diventa un luogo di ritrovo. E in uno stadio sempre pieno l’abbonamento più costoso del prezzo dei biglietti (come spesso accade) ha un senso, potendo godere dei vantaggi offerti dalla struttura e dalla possibilità di assistere per certo all’incontro

Esempio Liga spagnola

In Liga spagnola, ad esempio, presenze allo stadio e diritti tv viaggiano a braccetto. Da quest’anno, infatti, vige questa regola: gli spettatori di ogni squadra devono riempire almeno il 70% della capienza massima dell’edificio e il 75% dei settori maggiormente inquadrati dalle telecamere.

Il Celta Vigo è stata l’unica squadra dopo le prime due partite casalinghe ad essere stata multata per il mancato adempimento a questa regola. La società è corsa ai ripari abbassando i prezzi dei biglietti come soluzione naturale. Forse con un prezzo degli abbonamenti inizialmente più basso si sarebbe evitato questo inconveniente…

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