Omicidio Ciro Esposito, la Corte d’Appello lo definisce una “bravata”. L’associazione Ciro Vive risponde: “La giustizia non è uguale per tutti”

ORE 13.00 –  La Corte d’Appello ha definito una “bravata” l’omicidio di Ciro Esposito da parte di Daniele De Santis. L’associazione Ciro Vive ha risposto con un post sulla propria pagina ufficiale alle ultime notizie in merito:

“Bravata”….!!!!
Nessun’altra parola per definire le motivazioni di sentenza di un processo che ormai già da tempo prende l’andazzo che immaginavamo e che sempre più avvertiamo!!
Profondamente delusi, ancora una volta, da questa giustizia che evidentemente continua a non essere: “uguale per tutti”
#cirovivepersempre

 

ORE 12.00 – Farà discutere il termine utilizzato dalla Corte d’Appello per motivare lo sconto di pena (da 26 a 16 anni) a Daniele De Santis, l’assassino di Ciro Esposito. “Una bravata”, ecco come è stato definito, secondo quanto riportato dal Corriere.it che, poi, ha pubblicato anche alcuni passaggi chiave della sentenza di primo grado:

Secondo i giudici, De Santis esce dal Ciak Village perché «insofferente» per la presenza dei tanti tifosi napoletani che il 4 maggio 2014 affluiscono a Tor di Quinto lanciando petardi e fumogeni, «alcuni gioiosamente, altri meno». Poi cerca di ripararsi dietro il cancello, viene colpito con un pugno da Ciro e apre il fuoco con la pistola che già impugnava «perché consapevole dei rischi della sua tragica bravata»“.

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