Giaccherini sì, Giaccherini no: tre motivi per cui il Napoli dovrebbe trattenerlo

Per quanto possa sembrare palese la volontà del Napoli di privarsi di Emanuele Giaccherini, esterno offensivo prelevato dal Sunderland nel corso della passata sessione estiva di mercato, non è detto che il suddetto scenario si verifichi necessariamente. Diversi, infatti, sarebbero gli ostacoli, di natura economica e non, pronti ad impedire al club partenopeo di cedere un elemento che, giunto tra le più elevate aspettative generali, sembrerebbe essere destinato a non trovare spazio in rosa. Ma se tutto ciò si tramutasse in un concreto vantaggio per gli azzurri? Ebbene, per quanto questi possano risultare banali in un clima palesemente scettico rispetto ad una possibile conferma del giocatore, esistono almeno tre potenziali motivi per cui la dirigenza dovrebbe provare a trattenere l’ex Bologna.

CONOSCENZA DEGLI SCHEMI DI GIOCO. Il fatto che Maurizio Sarri trasmetta al gruppo azzurro una tanto particolare quanto intensa tipologia di gioco, basata soprattutto su una circolazione della palla rapida e disorientante, non è più un segreto. E Giaccherini, nonostante lo scarsissimo impiego durante l’ultima annata, rappresenta un elemento perfettamente consapevole delle meccaniche di gioco divulgate dal tecnico livornese, avendo avuto comunque modo di apprenderle e consolidarle nel corso degli allenamenti settimanali. Sostituirlo con un nuovo innesto, che provenga dalla Serie A o da un campionato straniero, comporterebbe un lento e delicato periodo di adattamento che, di conseguenza, non permetterebbe alla rosa di disporre di un vice Lorenzo Insigne pronto all’azione.

ASSENZA DI ALTERNATIVE SUL MERCATO. I profili analizzati dal Napoli per l’eventuale sostituzione di Giaccherini, per quanto possano ingolosire o meno il pubblico partenopeo, rappresentano calciatori difficilmente acquisibili: basti pensare, per riportare l’esempio più eclatante, alla candidatura di Federico Chiesa, promettente esterno della Fiorentina, tanto talentuoso quanto assolutamente incedibile per il club gigliato. Piuttosto che battere colpi dispendiosi ed inutili alla crescita qualitativa della rosa, nell’elenco dei papabili fanno capolino anche Darko Lazovic del Genoa ed Arber Zeneli dell’Heerenveen, al club converrebbe tenersi stretto un elemento che, tra l’altro, percepisce un ingaggio nettamente più abbordabile.

VOGLIA DI RISCATTO. La fame agonistica di un calciatore come Giaccherini, nel recente passato protagonista in positivo anche in realtà particolarmente ostiche come quello della Juventus, è innegabile. L’esiguo numero di presenze centrate durante la scorsa stagione rappresenta uno stimolo non indifferente per il giocatore, pronto a smentire l’aura di scetticismo che accompagna sia il proprio grado di abilità, sia qualsiasi discorso legato alla propria permanenza al Napoli. E, con l’obiettivo scudetto sempre più concreto per gli azzurri, poter contare su un giocatore affamato e determinato potrebbe rappresentare un ulteriore vantaggio sull’agguerrita concorrenza.

La decisione finale in merito a quanto detto, ovviamente, spetta al club partenopeo. E chissà che, al termine del ritiro di Dimaro e successivamente al termine del calciomercato, il Napoli non possa ritrovarsi con un Emanuele Giaccherini su cui, finalmente, poter fare affidamento.

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