ESCLUSIVA – Polito: “Napoli, attento al Sassuolo! Pavoletti battagliero come pochi, vi parlo di Adjapong. Nel 2008 Marino voleva portarmi in azzurro”

Sassuolo-Napoli si avvicina e sicuramente non sarà una passeggiata per gli azzurri. Ne è convinto anche Ciro Polito, ex portiere dei neroverdi in Serie A da gennaio 2014 e giugno 2015. “Ha avuto qualche difficoltà iniziale, ma ora è sgombro da pensieri e questa è la più grande insidia per gli azzurri”, spiega ai nostri taccuini. Una chiaccherata interessante con tanti spunti ed un retroscena di mercato mai rivelato. Trentotto anni, tante squadre girate tra C, B ed A e da sempre tifoso della squadra della sua città: Napoli. Ora responsabile dell’area tecnica della Juve Stabia.

Salve Polito, che partita sarà tra Napoli e Sassuolo?

“Sono due squadre in salute. Il Sassuolo ormai non ha più grandi obiettivi e cercherà di chiudere il campionato con dignità, affrontando un Napoli ricco di entusiasmo, voglioso di raggiungere un secondo posto che merita”.

Sulla carta non c’è storia, ma le insidie di certo non mancano…

“Certo, il Sassuolo in questo momento è sgombro da pensieri e giocando spensierato può dare il massimo. Questa spesso può essere un’arma a doppio taglio. Le pressioni a volte portano a delle prestazioni sotto tono. I neroverdi non hanno l’assillo del risultato e la voglia di mettersi in mostra contro una delle migliori squadre di Serie A può creare grattacapi al Napoli”.

Il Sassuolo è in ripresa, ma ha avuto diverse difficoltà. Quanto ha inciso l’Europa League?

“Purtroppo affrontare una competizione del genere ti logora soprattutto se non hai i ricambi di una big. Ha pagato l’inesperienza: difficilmente le squadre che affrontano per la prima volta tornei del genere riescono ad affrontare un campionato all’altezza. Inoltre il Sassuolo ha subito tantissimi infortuni. In alcune partite di Europa League c’erano ragazzi della Primavera. Mi ricordo che andai a trovarli lo scorso gennaio e ben tredici giocatori erano infortunati. Questo ha inciso tanto. Ovviamente onorando sino alla fine l’Europa League, la squadra di Di Francesco ha lasciato diversi punti per strada”.

Il simbolo di questa squadra è Domenico Berardi, non aiutato però dagli infortuni…

“Era partito molto bene, poi ha avuto un lungo infortunio che l’ha tenuto fuori tanto tempo. Posso garantire che è uno dei giocatori più talentuosi del panorama italiano, oltre ad essere pronto mentalmente. Spesso sento cose non vere su di lui, ma io l’ho conosciuto ed è uno dei ragazzi più timidi che abbia mai incontrato. Purtroppo il suo carattere introverso lo fa apparire come superficiale, ma non è assolutamente così: quando si allena, lo fa sempre col sorriso. Sicuramente dirà la sua nel futuro prossimo”.

Squadra giovane ed interessante, Europa League conquistata dopo pochi anni e conti in regola. Qual è il segreto del Sassuolo?

“Senza dubbio la programmazione. È una società solida e ambiziosa, ma senza grandi assilli. Ha lavorato bene nel tempo, trovandosi in squadra giovani importanti. Ed è anche un club che non ha problemi ad alzare l’asticella anno dopo anno. I bravi dirigenti, poi, fanno la differenza”.

Nel 2014 sei stato compagno di squadra di Pavoletti. Che impressione ti fece?

“Leo non giocava tanto, ma è uno dei giocatori più battiglieri che abbia mai conosciuto. Ricordo un suo gol importante a Palermo. Ha sempre voluto ottenere il massimo e ci è riuscito attraverso i risultati ed il lavoro. È una persona splendida, come uomo e calciatore. Normale che arrivare a gennaio in un club come il Napoli è difficile e non sempre si riesce a dimostrare il proprio lavorare. Lui fondamentalemente di possibilità ne ha avute poche. Con un Mertens così davanti non c’è spazio per nessuno. Secondo me, però, riuscirà a fare bene in questa squadra”.

Avresti mai pensato di vederlo indossare una maglia prestigiosa come quella azzurra?

“Onestamente no, ma che potesse diventare un giocatore importante in Serie A sì. È un attaccante vecchio stampo e generoso, diverso da quelli presenti nel Napoli, e grazie alla sua forza ed il coraggio riesce ad essere micidiale”.

Nelle ultime ore si è parlato di un interesse del Napoli per Adjapong, un ragazzo molto interessante…

“Lo conosco molto bene ed è di grande prospettiva, oltre ad essere estremamente duttile. In Primavera faceva l’attaccante esterno, poi è stato spostato qualche metro più indietro diventando di fatto un terzino. Per l’età e le qualità che possiede può tranquillamente far parte di un club importante. Deve dimostrare ancora tanto, ma il tempo dirà la sua”.

Mentre chi ha dimostrato tanto quest’anno è Grégoire Defrel. È pronto per il salto di qualità?

“Ci sono degli step nella carriera di un giocatore: da Cesena è passato al Sassuolo, tra lo scetticismo generale di chi pensava non fosse all’altezza di sostituire il partente Zaza. Ha dimostrato di essere un giocatore importante ed oggi il campo dice che merita una big. È un centravanti atipico, con grande tecnica, bravo ad attaccare la profondità”.

La gara col Sassuolo è una delle sei vette da scalare per raggiungere il secondo posto. Chi vedi favorita tra Napoli e Roma?

“Il Napoli ha dimostrato di essere in forma e di poter raggiungere il secondo posto. Lo merita perchè in questo momento è tra le migliori in Europa per gioco espresso e ha tutte le carte per riuscire ad ottenere questo obiettivo. Adesso però deve pensare partita dopo partita. Non esistono gare facili”.

Nato a Napoli, hai giocato con Salernitana, Avellino e Juve Stabia, ma mai in azzurro. Ti sarebbe piaciuto e c’è mai stata la possibilità?

“Sarei ipocrita a dire il contrario. Da buon napoletano cresciuto qui ai tempi di Maradona mi avrebbe fatto enorme piacere. Ci fu qualcosa ai tempi di Marino…”

E?

“Non se ne fece nulla. Era il 2008, giocavo nel Catania in Serie A. Solo un interessamento, ma io non lo seppi, perchè non fu niente di concreto. Me lo confessò il direttore quando mi portò a Bergamo”.

Un vero peccato…

“Assolutamente. Avrei accettato di corsa! Ho giocato ad Avellino, Salerno e chiuso la carriera a Castellammare, passando solo per il capoluogo campano. Rimango un grande tifoso del Napoli ed un cittadino orgoglioso”.

Andrea Gagliotti (@AndreaGagliotti)

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