Sotto i fischi del Dall’Ara ne esce a testa alta e con qualche livido: Diawara è sempre più leader della mediana

Quando a luglio non si era presentato a Castelrotto, al ritiro con la squadra rossoblù in molti avevano storto il naso e lo avevano bollato come testa calda. Al punto che le squadre che lo avevano seguito, il Napoli in primis, ma anche la Roma, non erano certe dell’aspetto caratteriale del centrocampista guineano, a differenza di quello tecnico del quale anche un cieco rimarrebbe stregato.

Alla fine il Napoli ci ha creduto e Diawara ha svestito una volta per tutte la maglia dei felsinei, per indossare quella azzurra (o forse in questo periodo è meglio dire bianca), lasciando nei cuori dei bolognesi un astio che prontamente si è riversato su di lui durante il match stravinto per 1-7.

25 MILA FISCHI E L’APPLAUSO SBAGLIATO

Sul web lo avevano annunciato i tifosi del Bologna ed in campo non hanno tradito le attese: dalla prima entrata in campo, anche nel riscaldamento, Diawara è stato subissato da una marea di fischi. Ad ogni tocco del pallone (peraltro mai banale ma sempre con la testa concentrata sul rettangolo di gioco) corrispondeva un boato del pubblico del Dall’Ara, che forse ad un certo punto si sono tramutati in sconforto generalizzato, più che vero e proprio disprezzo per il giocatore.

Tuttavia c’è stato anche un applauso, se proprio vogliamo essere sinceri. Un applauso però avvenuto in seguito ad un bruttissimo fallo di Maietta, passibile forse anche di un cartellino diverso da quello giallo che il difensore rossoblù ha ricevuto. Un comportamento sicuramente deprecabile e che va oltre i confini del puro agonismo sportivo.

LA RISPOSTA DI DIAWARA: 60 MINUTI DA APPLAUSI

Diawara “mediano a tutto campo”, il guineano ordina il centrocampo azzurro. Foto da FourFourTwo.com

Quanto può essere difficile per un giocatore di 19 anni giocare in un clima così ostile è una cosa che non tutti riescono a capire. Sì perché Diawara ha 19 (‘diciannove’) anni. Spesso lo si dimentica, perché in partite come stasera il guineano ne dimostra almeno 10 di più: una leadership difficilmente ritrovabile in Europa ed un ruolo fatto a posta per lui. Sono già 45 le presenze nel campionato italiano, secondo una media, se dovesse continuare così raggiungerebbe le 300 presenze senza aver nemmeno compiuto 29 anni, una cifra spaventosa.

Recupera palloni e li smista con una precisione impressionante (44 passaggi riusciti su 52, 85% di precisione), ma la cosa più importante è che riesce a dare sicurezza ad un intero reparto, che sotto la sua egida gira alla perfezione. Jorginho è avvisato: togliere il posto ad un giocatore del genere, diventa di giorno in giorno sempre più difficile.

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