Quell’atavica sindrome di non sfruttare le occasioni: fallita la partita più importante della stagione

Cosa hanno in comune le gare contro Sassuolo e Palermo? Oltre il risultato, entrambe infatti sono finite 1-1, rappresentano le due grandi occasioni non sfruttate dal Napoli. Entrambe contro una squadra palesemente inferiore per qualità e valori espressi in campo. Nella gara contro gli emiliani, la squadra di Sarri doveva sfruttare, con la consapevolezza dell’occasione ghiotta, il tonfo della Juventus occorso al Luigi Ferraris contro il Genoa. Gli azzurri dominarono la gara in lungo e in largo, ma impattarono per via dell’unica vera occasione dei neroverdi, con gol di Defrel.

Contro il Palermo, che è bene ricordare è penultimo in classifica, la situazione si è ripetuta pressoché in maniera analoga. Ancora il Luigi Ferraris di mezzo, che questa volta ferma la Roma, ancora un dominio del campo tanto importante (possesso palla 76% N – 24% P), quanto sterile. Se il Napoli doveva dimostrare di aver fatto definitivamente il salto di qualità, ha fallito miseramente l’aggancio al secondo posto.

PICCOLI CON LE PICCOLE: COSÌ NON SI VINCE IL CAMPIONATO

Il gioco del calcio è spesso paradossale. Paradossale perché forse è meglio perdere con le grandi squadre, ed avere un ruolino di marcia perfetto con tutte le altre per potersi cucire sul petto il tricolore.  È il caso ad esempio della Juventus, che quest’anno ha dimostrato di non essere imbattibile come ci si poteva immaginare: le sconfitte con Milan, Inter, Fiorentina e Genoa, dimostrano che si poteva provare a fare di più per insidiare i bianconeri.

Napoli troppi pareggi. Frutto di insicurezza?
Dati Opta

Oltre le 4 sconfitte però sono arrivate 17 vittorie, nessun pareggio, forse il vero male di questo Napoli, che perde meno dei bianconeri, ma pareggia infinitamente di più. Pescara, Genoa, Lazio, Sassuolo, Fiorentina, e Palermo sono tutte gare dominate dai partenopei, tutte gare in cui il Napoli è uscito con l’amaro in bocca.

IL SAN PAOLO NON È PIÙ UN FORTINO

Mentre nella scorsa stagione, lo stadio azzurro era un fortino inespugnabile, quest’anno gli azzurri non hanno più nel proprio stadio l’arma in più. Certo è vero che in Serie A poche squadre possono permettersi un dodicesimo uomo così rovente e passionale, ma il San Paolo inizia a perdere troppi colpi, sopratutto se paragonato alle prime due della classe. Roma e Juve le hanno vinte tutte tra le mura amiche, mentre il Napoli si è fermato per ben tre volte (curiosità, tutte gare terminate 1-1) più la sconfitta rimediata con i giallorossi.

La classifica finale dunque, anche calcolando solo le gare interne non cambia. La domanda dunque sorge spontanea: cosa bisogna fare per smuovere finalmente la classifica? Aspettare gli scontri diretti può essere rischioso, e sarà pleonastico, ma tocca dirlo ancora una volta: vincere queste gare deve diventare un habitué e non deve più fare rumore.

 

 

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