LAVAGNA TATTICA/ Napoli dalla doppia faccia: primo tempo perfetto nelle tre fasi, secondo tempo dettato dalla stanchezza mentale

Un buon Napoli cade a Torino contro la Juventus, incassando più di quanto realmente (de)meritasse. Due goal subiti in modo fortuito, ma che determinano il risultato in favore dei bianconeri. Piccoli errori si sono visti, soprattutto nella ripresa quando gli uomini di Sarri – a differenza del primo tempo – lasciano maggiore campo a disposizione della manovra dei padroni di casa, abbassando pericolosamente il baricentro e, soprattutto, il volume di pressing portato, invece, nei primi quarantacinque minuti di gara.

PRIMO TEMPO – La prima metà di gara, infatti, vede un Napoli molto ben messo in campo sia in fase di non possesso che in fase di possesso palla. Con palla in possesso dei bianconeri, gli uomini di Sarri riescono a chiudere ogni linea di passaggio per il possessore, mentre quando la palla circola in orizzontale nel tentativo di allungare la linea azzurra, i tre reparti scivolano rapidamente andando a ricomporre l’assetto difensivo nella nuova zona di campo:

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Mertens e Callejon, e Diawara e Hysaj annullano in un 1contro2 le linee di passaggio di Alex Sandro, pressato, nel frattempo, da Allan

 

2
Sullo scorrimento palla orizzontale (freccia nera) della Juve tutto il Napoli scivola velocemente nella nuova zona di campo (frecce azzurre)

 

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Anche in questo caso, 1contro1 tra possessore bianconero e calciatore azzurro, e 1contro2 tra i possibili riceventi e i partenopei. Conseguenza di ciò: costante inferiorità numerica da parte della Juventus

Anche in fase di possesso nella prima frazione di gara il Napoli dimostra di avere le idee chiarissime. In fase di possesso basso, gli interni di centrocampo si aprono in ampiezza in modo da allargare la linea mediana bianconera e dando così modo a Diawara (che nel palleggio non ha la rapidità di Jorginho) di avere maggiore spazio e, di conseguenza, maggiore tempo per smistare la sfera:

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Hamsik (cerchio azzurro) da un lato, Allan (cerchio giallo) dall’altro, allargano la linea di centrocampo della Juve, guadagnano spazio in ampiezza e lasciando Diawara (cerchio bianco) in condizione di dettare i tempi di gioco. Oltre a ciò, il movimento in ampiezza dei due interni di centrocampo crea lo spazio anche per Mertens che può così staccarsi dalla linea di difesa della Juve per venire a ricamare gioco a metà campo

Altra situazione messa in pratica in modo egregio da parte del Napoli – e che Allegri aveva abbondantemente previsto durante la conferenza pre partita – sono le ripartenze (o transizioni positive), ottenute grazie alle capacità di interdizione di Diawara. Il Napoli riesce più volte a ribaltare l’azione in questo modo:

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Diawara (cerchio nero) pressa Hernanes costretto a giocare spalle alla porta

 

2-1
Rubata palla, si “transa” velocemente con Callejon, Mertens e Insigne che attaccano immediatamente la retroguardia bianconera (frecce azzurre)

SECONDO TEMPO – Il lavoro in fase di non possesso viene a scemare nella ripresa, quando la stanchezza mentale e fisica inizia a farsi sentire in modo continuo. In conseguenza di ciò, i bianconeri riescono a smistare un maggior numero di palloni in orizzontale e in verticale, costringendo le tre linee azzurre a numerosi scivolamenti:

3
A differenza del primo tempo, con Bonucci in possesso palla, ci sono quattro possibili linee di passaggio a disposizione del centrale, mentre sono solo tre (cerchi azzurri) gli azzurri che tentano la pressione
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Khedira (cerchio nero) in possesso palla non subisce la pressione di nessun calciatore azzurro: il rombo a dimostrazione dello spazio a disposizione per il centrocampista tedesco. Cuadrado (cerchio bianco) può addirittura dettare con le mani il passaggio a Khedira

I GOAL – La Juventus sblocca il risultato due volte grazie a due svarioni individuali della retroguardia azzurra. Eppure, le due reti non sono solo frutto di semplici errori individuali e di sfortuna accanitasi sugli ospiti:

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Su palla inattiva, il Napoli difende, come di consueto, a zona. Quello che sorprende è vedere sul secondo palo Gonzalo Higuain (6) praticamente solo. C’è, però, da aggiungere che lo scopo della marcatura a zona su palle inattive è quello di marcare tutte le possibili traiettorie del pallone. In ogni caso, dallo scivolone di Ghoulam arriva il goal di Bonucci

Il pareggio di Callejon arriva grazie a una classica giocata del Napoli: Insigne si stacca dalla marcatura per giocare in pochi attimi la palla scoperta, e Callejon si lancia nello spazio con scelta di tempo perfetto:

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L’importanza del movimento di Callejon (freccia azzurra) sta tutta nel goal, ma non solo. Un movimento particolare che mette – spesso – in difficoltà il difensore di turno: se si sceglie di seguire Callejon, si rischia di schiacciare la linea difensiva in prossimità dell’estremo difensore, creando così spazi per gli inserimenti senza palla; se non si segue Callejon, l’esterno spagnolo è una sentenza

Il raddoppio della Juve, poi, non è altro che la conseguenza della stanchezza che in gare simili, a un certo punto, prende il sopravvento:

1
Higuain (cerchio nero) viene pressato in modo blando da Allan e Hamsik che, invece di aggredirlo frontalmente si dispongono lateralmente all’attaccante argentino, dandogli modo di lanciare per Mandzukic
2
La palla messa fuori in malo modo da Ghoulam viene aggredita da Higuain che spara (freccia nera) una fucilata nell’angolo alla sinistra di Reina. Manca il pressing di Allan (cerchio azzurro) che resta immobile sul movimento di Higuain, e manca l’uscita di Chiriches (cerchio bianco) nell’andare a chiudere i metri a disposizione del Pipita

Nappo Salvatore (facebook.com/salvatore.nappo.967)

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