Le pagelle di Napoli-Genoa: Un monumento per il Pipita. Hysaj una certezza, Reina barcolla. El Kaddouri e Gabbiadini…

Reina 5,5: Contro il Palermo, su Vazquez, sembrava poter ritrovare lo smalto migliore. L’effetto sulla conclusione di Rincon non è dei più agevoli ma il tiro è, comunque, parabile. Soprattutto se il collega, dall’altra parte della barricata agguanta l’impensabile. Il resto della gara prosegue senza eccessivi affanni.

Hysaj 6,5: Presenza, fisico e senso della posizione. Dalle sue parti c’è poco da sperare e l’esterno classe ’94 lo pone come incipit alla gara odierna. La gloria latita per Laxalt e compagni sull’out destro azzurro, e quando chiamato a innescare la folata giusta l’ex Empoli risponde presente: suo il pallone per il pari di Higuain.

Albiol 6: Trema poco, quasi mai, specchio di una gara dove il Genoa ci prova ma il Napoli rischia il giusto. Pavoletti resta un’ombra, sebbene si spenda nel far salire la squadra. Lo spagnolo lo tampina al meglio, senza brillare eccessivamente, cercando sempre la giocata pulita in impostazione. Poca infamia, maggiori le lodi. Ha comunque abituato a prestazioni migliori.

Koulibaly 5,5:  Sfida molto più ostica del previsto per il franco-senegalese. I dolori, un fastidio perenne, arrivano dagli inserimenti dei mediani di Gasperini, sempre propensi al break più propizio nella metà campo azzurra. Morbido, stranamente, sul contrasto che lascia Rincon libero di inventare il vantaggio rossoblù. Guizza via anche Dzemaili che ne cagiona un giallo alla mezz’ora che rischia di pregiudicarne l’economia della gara. Cronache di un primo tempo difficile, nella ripresa tutto sembra rientrare nei ranghi, salvo una topica, un buco clamoroso, su Cerci dove però rimedia infastidendo l’ex Toro.

Ghoulam 5,5: La spinta sugli esterni, indole insita nell’idea di Gasperini. Ne sollecita molto il lavoro in fase di non possesso. Soffre più del dovuto, riuscendo a spingersi meno di quanto vorrebbe alla ricerca dello spazio, in profondità. Quando la gara diviene più intensa, con le squadre allungate a dir poco, riesce a dare il suo meglio, cercando spesso il fondo.

Allan 6,5: Il brasiliano è tornato ai suoi livelli, nulla da eccepire. Una prestazione in crescendo, all’insegna del movimento. Dinamismo prima di tutto, senza lesinare lo spazio alle solite proiezioni con cui scuotere gli equilibri genoani, Il meglio, però, lo concede in fase di non possesso. Un motore continuo al servizio degli equilibri dell’undici di Sarri.

Jorginho 6: Da Imbituba all’azzurro della Nazionale italiana. Un risultato ottenuto negli anni, con sacrificio, impegno, umiltà e dedizione. Un risultato da festeggiare con il Genoa, ma il ritmo non è quello sontuoso delle sue ultime uscite. Fa il suo, nulla da eccepire, smista l’inverosimile numero di giocate che il ruolo gli richiede. Lascia la sua impronta meno del solito, spesso limitandosi all’ordinario, ma va bene così.

Hamsik 6,5: Ci prova, come i galloni da capitano e leader impongono in maniera doverosa. Qualche errore in impostazione, soprattutto nella prima frazione di gara dove spreca molto e male, come in appoggio a Higuain e Callejon allo scadere dei primi 45′ di gioco. Quando si innesca, in particolar modo nella ripresa, non lesina primizie a scorgere ogni movimento, visione perimetrale ad ossequiare il movimento degli azzurri. Lo slovacco è la prima fonte a cui attingere nelle folate offensive, c’è il suo appoggio preciso a imbandire il capolavoro di Higuain per il raddoppio. Capolavoro, anche quello, è il tracciante teso e preciso per la proiezione di Gabbiadini che trova un Perin da applausi. Prova anche la gloria personale ma il solito, encomiabile, estremo difensore genoano gli nega la gioia di raggiungere Maradona nel primo tempo.

Callejon 5,5: Non ha mai tradito l’occasione, ne va dato atto. Ma stasera l’uscita del numero 7 di Motril non è da regalare ai posteri. Impreciso sotto rete, sebbene abbia a disposizione più di un’occasione a disposizione. Spesso si perde nello scegliere la giocata sbagliata, quando il momento richiederebbe freddezza maggiore. Non fa mancare, comunque, l’innegabile lavoro in fase di non possesso, la sua presenza – quando c’è da tamponare le eventuali falle sulle catena di destra – non manca mai.

(Dal 59′ Mertens 6: Sostituisce l’ombra del miglior Callejon. Riesce almeno a metterci imprevedibilità e movimento costante. Manca però il sussulto giusto e ragionato al meglio negli ultimi venti metri.)

Insigne 6: Il ritorno tra le scelte di Conte uno stimolo solo in seconda battuta rispetto alla classifica da tenere sempre sui binari giusti, tenendo la scia della Vecchia Signora. Il lavoro sugli esterni dell’undici di Gasperini è accorto, dedito al raddoppio. Difficile metterla esclusivamente sul passo. Non manca nel cilindro qualche pallone ispirato a dir poco, uno mette Callejon a tu per tu con Perin, strappi improvvisi e giocate invitanti. Non arriva il marchio a fuoco sull’incontro, ma la prestazione resta convincente.

(Dal 74′ Gabbiadini 6,5: Finalmente un po’ di spazio a disposizione. Tantissimo movimento, svariando dalla destra e ricercando il centro, come sempre fatto nelle sue esperienze da esterno d’attacco. Quando ha la palla giusta la utilizza al meglio, da uomo d’area l’assist per il tris di El Kaddouri. Sfiora la rete su perfetto invito di Hamsik, ottima la preparazione ma Perin si oppone.)

Higuain 8: Che si muovano, la società o le istituzioni non fa differenza. Urge un monumento che renda giustizia a tanto talento, classe, incrollabile spirito da leader. Non è solo la doppietta che scruta il manuale dell’attaccante totale e lo supera. Dallo stop superbo a precedere una precisa battuta a rete e quel capolavoro, per precisione e potenza che trova lo spazio giusto, batte Perin e segna il sorpasso. Nella gara dell’argentino c’è tutto, grinta, voglia infinita a dividersi tra l’irrefrenabile spinta verso la porta e le deliziose giocate al servizio dei compagni. Tra la strenua lotta ai tignosi centrali avversari e la giocata a rimorchio. Immenso, come il suo score da 29 reti in 30 partite.

(Dall’88 El Kaddouri 6,5: Due passi in campo, il tempo di annusare l’erba ed ecco l’occasione giusta. Palla precisa di Gabbiadini, destro secco a trovare l’angolo. Di meglio non poteva auspicarsi, benissimo così.)

Sarri 6,5: L’undici classico per mantenere immacolata la media casalinga. Partenza in salita, con la sorte che non aiuta, la retroguardia non tiene al solito ed ecco un nuovo inizio, colmo di difficoltà. Il suo Napoli tiene il solito registro, macina gioco e occasioni da rete, senza mai snaturarsi. Gasperini la imposta al meglio, un merito da annotare al tecnico rossoblù, posizioni accorte, leggendo bene i movimenti azzurri. Necessario, doveroso, lavorare alla distanza. E l’esito è quello più atteso, sulle ali di un Higuain incontenibile, ma che giova del lavoro immenso dell’intero collettivo, anche nelle serate più complesse. Certo, alla lunga, è necessario trovare il compromesso. Ed ecco la variante Manolo sull’esterno che ruba attenzioni e fiato alla retroguardia avversaria. L’epilogo è un crescendo trionfale, tenendo la scia della Juventus. Il finale alletta non poco il tecnico azzurro, necessario continuare a viverlo con questo rendimento. Il filotto c’è, l’obbligo è perpetrarlo, forse con maggiore tranquillità.

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