Caro Babbo Sarri ti scrivo…

Caro Babbo Sarri,
nonostante una temperatura mite e ritmi sempre più frenetici è arrivato il Natale. Il mio alberello azzurro è colmo di regali e di speranze ma, quelli che davvero vorrei ricevere, li hai tutti tu. So che anche oggi, più che mai sei a lavoro perché tu non ti fermi neanche quando tutti sono in ferie. E tra un brindisi ed un primo, uno struffolo ed un roccocò, il pensiero andrà al tuo ed al nostro Napoli, più bello ed arrembante che mai, che è solo all’inizio di una lunga strada che si spera sia in discesa.

Tu, infondo, sei proprio come noi. Mentre scarti i regali ti tornano in mente i sorrisi di Bergamo, le difficoltà di Reggio Emilia, quei momenti di emozione per una nuova avventura da intraprendere, ricca di stimoli ma anche di interrogativi e mattoncini da sistemare. A fine opera il risultato potrebbe essere un bel palazzo o persino un castello, ma lo si saprà solo a maggio. La pazienza è la virtù dei forti anche se qui, all’ombra del Vesuvio, si sogna da tempo, sfatando il mito del tutto e subito. Nonostante massicce dosi di stress e relazioni esterne spesso complesse continui a sorridere, così come noi ma anche a lavorare: perché il calcio non si ferma mai e bisogna battere la concorrenza, anche sul tempo, anche a Natale.

Qualche regalo però lo vorrei scartare anche io insieme a tutti coloro che hanno il cuore azzurro ed è d’obbligo una lista, per indirizzarti verso ciò che davvero sogniamo. Promettici che sia un Napoli sempre umile ma ambizioso, così come te, mai saturo di imparare e mai avido di vittorie. Promettici che, al di là del risultato i tifosi saranno sempre fieri di chi scenderà in campo, perché certi di aver lottato fino alla fine e col massimo impegno al cospetto di ogni avversaria, in qualsiasi competizione, che sia la big d’Europa o il fanalino di coda in serie A. Promettici di camminare sempre a testa alta quando gli altri non capranno la nostra bellezza cantando con disprezzo “Noi non siamo napoletani”. Perché noi siamo fieri di esserlo, amiamo la nostra terra e siamo pronti a difenderla sempre, così come voi fate in campo. E’ lì, sul rettangolo verde di gioco, che bisogna dare le migliori risposte a quei cori beceri e quando tutto e tutti remano contro, dimostrarci più forti di critiche e scetticismo.

Promettici di crederci sempre: regalaci, sogni, speranze, anche se alla fine saranno disilluse, perché “l’attesa del piacere è essa stessa il piacere”. Promettici di confermarti un perfetto motivatore e pater familias, con il bastone e la carota, sempre meritocratico: striglia Higuain così come coccola Strinic e fai capire sempre loro quanto sia importante quel simbolino con una N che portano sulla maglia che indossano, che rappresenta una città, una squadra, una missione e per molti l’essenza di una vita fatta di riscatto. Promettici di saper cambiare idea ed ammettere i tuoi errori, così come hai fatto quando pochi credevano in te, senza paura e senza peli sulla lingua perchè è così che ti vogliamo.

Mi raccomando: impacchetta tutto con un fiocco azzurro di coraggio ed una coccarda di lavoro e sacrificio e spedisci al mio indirizzo. Stasera, a mezzanotte ti aspetto. Ma il regalo più bello lo attendo per fine maggio, mi raccomando. Io sono stata brava quest’anno, mi aspetto lo stesso anche da te che fino ad ora sei stato impeccabile. Come tutti voi. Intanto grazie per aver sopportato critiche e scetticismo ma di quello parlerò con la Befana: lei sì che è brava a dispensare carbone! Buon Natale caro Babbo Sarri, a stanotte!

Alessia Bartiromo
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