Le pagelle di Atalanta-Napoli: sotto l’albero tre punti e tanto carattere. Higuain risorge e colpisce, Allan in affanno, Reina tuttofare. Jorginho ed Albiol…

Reina 6,5: L’allarme scatta, immediato, al terzo quando Moralez è solissimo al cospetto del portierone di Cordoba che però è puntuale ed efficace in uscita. Non mancano le repliche, plastico negli interventi, in grado di abbinare scena e resa sul campo. Capitolo a parte la precisione del suo destro, un regista mancato, in grado di disegnare parabole dalla lunghissima gittata. Può poco sul momentaneo pari del Papu Gomez.

Hysaj 6,5: Dalle sue parti staziona, sgusciante, l’uomo in più degli orobici: quel Papu Gomez tornato ai suoi livelli in questa prima fase di stagione. L’esterno ex Empoli lo affronta con costrutto, soffre il giusto e riesce a spingere a dovere giovando di un’intesa ormai solida con Callejon sull’out destro.

Albiol 6,5: Radar della retroguardia, l’ultimo approdo anche nei momenti più complessi. Un’unica indecisione, poco reattivo nella lettura della giocata di Denis che rischia di ispirare il vantaggio orobico. Eccezione in novanta minuti dove, in marcatura e da contraerea sui cross tesi, in anticipo e ripiegamento, limita al meglio gli attaccanti di Reja.

Koulibaly 6,5: L’approccio alla contesa è sottotono, di marmo quando Moralez scappa via e rischia il blitz improvviso. Torbido presagio di una giornata complessa, dove non c’è spazio alla tenuta dominante delle ultime uscite. Costretto, spesso, a sciorinare le maniere più ruvide per domare i rapidi diretti avversari. Torna sui suoi livelli nella seconda frazione di gara, quando riesce ad emergere in maniera provvidenziale in più occasioni.

Ghoulam 6: Trasferta da prendere con le molle, in particolare per il classe ’91 ex Saint Etienne che si trova a fronteggiare i numeri e le giocate del guizzante Moralez. L’undici orobico scappa via in un paio d’occasioni e lo tiene sulle corde per tutti i primi 45 di gioco. Nel secondo tempo, invece, è il mancino azzurro ad emergere con una prestazione in cui abbina accortezza difensiva e tanta spinta in avanti, sovrapponendosi con continuità ad Insigne prima e Mertens poi.

Allan 5: Reja imposta la gara dei suoi sul dinamismo ed il ritmo in mediana, l’ex Udinese ne risente, molto. Non è quello ammirato per larghissimi tratti di questo primo scorcio della sua esperienza in azzurro, e si vede. Reattività labile sulle seconde palle. Poca traccia dei classici ripiegamenti in velocità, così come l’usuale apporto in fase di possesso. A corto di fiato.

(Dal 65′ David Lopez 6: Ordinato e diligente come di consueto, tiene la posizione con efficienza adempiendo al meglio alle consegne del tecnico. Garantire equilibrio è l’imperativo, ci riesce.)

Jorginho 4,5: Soffre fin dalle prime battute patisce il piglio e l’agonismo dei centrocampisti orobici. Si mette in mostra a fasi alterne, dettando di rado i tempi di gioco, tra traccianti non sfruttati e qualche eccezione rappresentata da alcuni disimpegni eleganti. Le redini della mediana non passano dai suoi piedi ed è in fase di filtro che risuonano le noti più dolenti. Ad un quarto d’ora dalla fine rischia di pregiudicare l’intera prestazione degli azzurri con un’ingenuità clamorosa, due gialli in tre minuti ed arriva il, meritato, rosso di Rocchi. Unico fattore positivo, finalmente una soddisfazione da piazzato con il corner per allan.

Hamsik 6,5: L’ennesimo incrocio con il maestro Reja – che ne conosce bene vizi e virtù – comincia sotto cattivi auspici, pressato a dovere il capitano azzurro incappa in una serie di errori, perdendo palloni sanguinosi. Cresce alla lunga in particolare nella ripresa, riproponendosi come fonte di gioco. La rete sembra aleggiare, ancora, come un ricordo lontano, causa una precisione ancora insufficiente quando riesce a trovare la battuta a rete. Pare, ma così non è: il digiuno che perdurava dal 23 agosto si interrompe a Bergamo, da rigorista designato, senza lesinare un brivido lungo la schiena nell’esecuzione. Chiude il cerchio alla sua gara in maniera agrodolce, prima lob sul velluto con cui serve Higuain in occasione del tris che mette in ghiaccio l’incontro, poi il secondo errore dal dischetto in un due gare.

Callejon 6: Un rebus il suo corner ai primi rintocchi della gara. In avanti si nota pochissimo, compensa con il solito importante lavoro sulla fascia destra. Sempre essenziale il suo contributo a supporto di Hysaj ed un Allan in affanno, riesce a portare a casa la sufficienza.

Insigne 5,5: Parte bene, sembra ispirato. Non riesce però a certificare le sensazioni iniziali con una gara all’altezza. Sbatte a più riprese sulle maglie nerazzurre, prova il golazo, con poca fortuna. Difficilmente però riesce ad accendere la fatidica lampadina che ci si auspica, sempre, dai piedi e dal talento del numero ventiquattro partenopeo.

(Dal 71′ Mertens 6,5: Entra ed in venti minuti cerca di imprimere tutto quel ritmo espresso dal suo ritorno in campo. Quando punta l’uomo è sempre incisivo, pericolo difficilmente arginabile della retroguardia avversaria. Da un suo spunto trascinante arriva il rigore, con espulsione di Paletta, per l’ipotetico 1-4 non materializzato da Hamsik.)

Higuain 8: La gabbia atalantina dura un tempo, con un Pipita che sembra destare tutti i sintomi della più classica delle giornate no. Tre occasioni limpide, non sfruttate, a fare da contrappeso ad una marcatura asfissiante della coppia Paletta-Stendardo. Colpo di spugna nella ripresa, pronti via e scalda subito i guantoni di Bassi chiamandolo ad un intervento di spessore. Poi spazio allo spettacolo più puro, trascinando l’intero gruppo sulle spalle larghe del fuoriclasse. Il rigore del vantaggio nasce da un suo movimento a smarcarsi in area, meccanismo ripetuto, e stavolta vincente, sull’altro palo in occasione della rete che riporta la sfida sui binari poi percorsi, quasi tracotante, con la galoppata a rete ed il destro, preciso, con cui supera Bassi e pone i titoli di coda sull’incontro. Imprescindibile.

(Dall’89’ Maggio sv.)

Sarri 7: “A Bergamo per la continuità”. La risposta è arrivata, decisa, nonostante i venti minuti finali in inferiorità numerica. Reja ha studiato, e si vede, la gara di Bologna, e il primo scorcio di gara sembra palesare tutte le difficoltà mostrate dagli azzurri in terra emiliana. Stavolta il suo gruppo non si scompone, tiene serrati i ranghi, e colpisce, più volte, senza barcollare al momento del momentaneo pareggio. La brillantezza, la lucidità, non è quella del miglior Napoli ammirato in questa prima parte di stagione, l’idea di calcio ed il carattere si, e permettono al suo gruppo di espugnare l’ostica Bergamo dopo sei anni, rinvigorendo tutte le velleità di classifica dopo il misero bottino di un punto nelle ultime due gare. Voleva delle vacanze tranquille per sé e per i tifosi, c’è riuscito a dovere.

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