Hamsik vero capitano: lotta come un leone, ricama come un artista

Tra i tanti giocatori ritrovati e ‘recuperati’ dalla cura di mister Sarri c’è sicuramente anche Marek Hamsik. Nel ruolo che lui predilige, ovvero da mezzala, lo slovacco riesce a garantire qualità in fase offensiva, sia in possesso del pallone che muovendosi senza la palla, e tanta corsa in fase difensiva. Mancano i gol, vero. Ma per il momento l’apporto dato dal capitano in tutt’e tre le fasi (di non possesso, di possesso, di transizione) è percepibile soprattutto nel grande lavoro che compie senza palla.

MAREK HAMSIK NELLA MANOVRA OFFENSIVA – Questo Napoli si sta mettendo in mostra soprattutto per la grande qualità del reparto d’attacco. E tra i protagonisti c’è anche il capitano. Un Hamsik che alterna due modi di giocare quando gli azzurri sono in possesso del pallone. Il ‘primo’ Hamsik, col Napoli in possesso palla in zone medio-basse di campo, è un centrocampista da palleggio e che smista tanti palloni. Insieme a Jorginho, quando il Napoli costruisce la manovra dal basso, lo slovacco si preoccupa principalmente di muovere la sfera da una zona di campo all’altra, o cercando i movimenti degli esterni alti o quello degli esterni bassi. Quando gli azzurri invece superano la prima pressione avversaria e si porta con la palla in zone medio-alte di campo, Hamsik assume un ruolo diverso: si muove tra le linee, occupa gli spazi. È un Hamsik che agisce spesso lontano dalla zona-palla, nel tentativo di occupare zone di campo in modo tale da avere spazi e tempi per cercare o la conclusione o gli assist per i compagni. Come detto, mancano i goal (solo uno in questo campionato), ma se lo slovacco continua così arriveranno anche le reti.

IL CONTRIBUTO DEL CAPITANO IN FASE DIFENSIVA – Da non trascurare la fase difensiva di ‘Marekiaro’ Hamsik che riesce, senza uno straordinario numero di palloni recuperati, a essere decisivo nelle dinamiche difensive degli azzurri. Sì perché il capitano partecipa attivamente alla fase di non possesso, anche in questo caso, in due modi. Cerca una pressione asfissiante quando gli avversari giocano il pallone da dietro, nel tentativo di rubare palla e ‘transare’ subito a pochi metri dalla porta avversaria. Quando invece gli avversari riescono a superare la metà campo, il capitano azzurro cerca soprattutto di chiudere le linee di passaggio, o va a marcare preventivamente gli avversari che, potenzialmente, potrebbero ricevere palla, annullando così le fonti di gioco avversarie. Una scelta ben precisa dello slovacco che sa bene di non avere le qualità fisiche di Allan.

Salvatore Nappo

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