Le pagelle di Verona-Napoli: il muro scaligero crolla. Insigne, il “centesimo” è una liberazione. Higuain e la sua preda, Hamsik una guida. Chiriches e Jorginho…

Reina 6: Scalda i guantoni dopo un’ora, sciogliendo le membra dalla morsa del freddo secco in terra veronese, presa comoda su una conclusione di Jankovic per nulla irreprensibile. Chiude l’incontro con un paio di interventi a referto, gestendo l’ordinario come ormai consuetudine nelle ultime uscite.

Ghoulam 6,5: Le fatiche con l’Algeria non condizionano la resa del mancino ex Saint Etienne, macina chilometri sull’out sinistro con la consueta facilità di passo e di gamba. In fase di non possesso le apprensioni sono pressoché inesistenti, Jankovic non è quasi mai in condizione di impensierirlo. Difficoltà che per i dirimpettai scaligeri arrivano copiose quando invece è lui ad affondare.

Albiol 6: Rischio, brivido alle porte del decimo quando è troppo approssimativo nel gestire lo spunto di Juanito Gomez. Unica distrazione in una gara dove l’apporto del centrale madrileno resta essenziale, puntuale nelle letture difensive e prezioso quando chiamato alla prima impostazione.

Chiriches 6,5: Calca il Bentegodi con la consueta eleganza, dote innata nel bagaglio del capitano della Nazionale romena. Sempre a testa alta, sicuro in anticipo e nelle chiusure, risibili gli spiragli concessi al tridente di Mandorlini. Una sicurezza nella linea a 4 di Sarri che non risente praticamente mai dell’assenza dell’imprescindibile Kouliblay di quest’inizio stagione.

Hysaj 6: Juanito Gomez ne sollecita attenzione e contromisure sulla fascia di competenza, ma gli onori al cospetto dell’esterno azzurro latitano. Guardia arcigna sulla corsia di destra, senza lesinare le proiezioni offensive. La condizione è eccellente, il carattere non manca. Eccede in questo particolare e becca un giallo evitabile andando a muso duro su Pisano dopo uno scontro di gioco.

Hamsik 7: Nel vivo del gioco fin dalle prime battute. Prende per mano il gruppo nella zona nevralgica del campo, dispensando ordine quando necessario. Attacca con costrutto gli spazi dispiegandosi nel doppio binario tra assistenza ai compagni e quel guizzo che da tempo manca al capitano partenopeo. Da un suo illuminante appoggio nasce il vantaggio azzurro, prosegue il fil rouge con Insigne smarcandolo con millimetrica precisione in occasione del raddoppio.

(Dal 78′ David Lopez sv.)

Jorginho 6,5: Un ritorno a casa mai banale per l’italo-brasiliano affrontato badando alla sostanza a dispetto dell’appariscenza. La densità a metà campo è una delle chiavi della gara disegnata da Mandorlini, il suo pupillo risponde con una presenza costante in pressione sui portatori gialloblù, ruba palla e tesse operoso la tela del gioco azzurro fronteggiando le serrate maglie scaligere.

Allan 6,5: Duello tutto fosforo e quantità con Emil Halfredsson, quando si stacca in percussione concede sempre varianti preziose alla manovra partenopea. Dinamismo e attenzione, non getta mai via il pallone e adempie le dispense in copertura. Una piacevole abitudine nelle prestazioni del centrocampista ex Udinese.

Insigne 7,5: Una gara complessa, a tratti compresso nella gabbia avversaria, in difficoltà sull’out mancino dove il Verona fa ottima guardia. Allarga il proprio raggio d’azione cercando il varco, giostrando anche da dieci, tra le linee. La direttrice della sua gara sembra non mutare, preda anche di un eccessivo nervosismo figlio di un “legame” molto particolare con la curva veronese. Uno stallo, fino all’intuizione al ventiduesimo della ripresa: illuminante l’appoggio di Hamsik, destro secco e preciso che bacia il palo e s’insacca lasciando si sasso Rafael, goal numero cento nel 2015 per il Napoli che passa dai pedi del numero 24. La chiave del match è ormai incardinata ed il fantasista azzurro chiude il conto con l’invito al bacio per Higuain che griffa il raddoppio.

(Dall’88’ Maggio sv.)

Callejon 6: Da una sua intuizione, con tocco morbido ad apparecchiare lo spunto di Hamsik, nasce la prima occasione del match. La ricerca del taglio, scattando in area tra le linee avversarie è il leit motiv della sua gara, mai però appoggiato con precisione dai compagni. Importante, al solito, la sua abnegazione in linea con i centrocampisti ma a alla lunga appare più avulso alla manovra, fino al cambio.

(Dal 65′ El Kaddouri 6: L’impatto sul match è subito propositivo. Guizza via e costringe la retroguardia avversaria alle maniere forti. Duetta con i compagni sul velluto, con il fare elegante del suo calcio. Meno pregiata la battuta a rete nel finale, dove spreca un ottimo invito di Allan.)

Higuain 7: Fulcro di gioco assoluto, punto di riferimento provvidenziale negli ultimi venti metri. Una frazione di gara per prendere le misure: destro, sinistro, talvolta fiaccato dal fuorigioco scaligero. La lotta con Moras e compagni e all’arma bianca, spesso al limite del regolamento non sanzionato da da Damato. Un cacciatore, però, sa attendere con serafica pazienza la sua agognata preda che, puntuale, al 73′ di gioco non ha scampo. Movimento sul primo palo e battuta a rete sul quale l’estremo difensore scaligero non può nulla. Le fatiche della Seleccìon? Neanche lo sfiorano

Sarri 6,5: “Guai a sottovalutare il Verona, la classifica non rispecchia il valore dei nostri prossimi avversari”. Ennesima sentenza della vigilia,  il Verona si propone a specchio solo sulla distinta, del 4-3-3 vi è poca traccia, tutti dietro la linea della palla cercando un’occasionale ripartenza. Il gruppo azzurro mette sul rettangolo verde del Bentegodi la pacatezza, la sicurezza delle grandi. Ci prova, riprova, fino al varco definitivo nella muraglia di Mandorlini. Ancora una volta la retroguardia è imbattuta, con una linea a quattro impeccabile nel seguire meccanismi e dettami, mediana solida e dedita al fraseggio, il fronte offensivo alla distanza sfonda e emerge in tutta la propria classe. La vetta è momentaneamente agguantata, verrà il tempo di poter proferire quella parola senza bestemmiare.

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