Non chiamatelo finalizzatore. La classe a tutto campo del Pipita Higuain

Torna a vincere il Napoli, che non perde le distanze dalle dirette rivali per il vertice della classifica. Nella calda domenica del ‘San Paolo’, preso per mano dal suo uomo migliore, si prende i tre punti e continua a infondere sicurezza. Quella bestemmia non è poi più tale, se si vince anche con un solo gol di scarto. Non è poi più tale se, nonostante l’ampio spreco sotto porta, regge bene il ritmo e rispedisce a casa quegli avversari che non sono stati di certo a guardarla, la partita. Si siede di tanto in tanto, senza sferrare il colpo decisivo per chiudere il match in anticipo, ma agisce da grande, condotta da un grande. È sempre lui il protagonista, Gonzalo Higuain, che raggiunge il gol numero 200 della sua carriera da professionista: 64 quelli in maglia azzurra, sulla base di 119 presenze partenopee, a segno per la settimana gara di fila tra le mura di casa. Nel suo mirino il traguardo raggiunto da Diego Armando Maradona e in un futuro meno vicino quello scudetto che solo il più grande argentino di sempre è riuscito a regalare al Napoli.

Guai a chiamarlo finalizzatore. L’uomo che ogni allenatore vorrebbe, il compagno che ogni calciatore vorrebbe. Lotta, corre e suda, ma soprattutto pensa e si smezza. In ogni porzione di campo, al di là delle manovre decisive per l’attacco azzurro e delle reti messe a segno, Higuain è l’uomo capace di fare la differenza. L’incredibile visione di gioco, unita ai numeri straordinari, fa di lui un centravanti degno delle prime posizioni d’Europa. Nulla da invidiare ai grandi in forza nei vari club di caratura internazionale, il Pipita ha tutte le carte in regola per eguagliarli. Difende, costruisce a attacca, vestendo i panni del tuttofare e facendolo anche bene. La dedizione e il sacrificio contraddistinguono gran parte delle sue prestazioni, accompagnate puntualmente da standing ovation degne di nota. Il sorriso ritrovato e quel carattere a lungo criticatogli stavolta giocano a suo favore, restituendo alla stagione del Pipita quella marcia in più che da tempo mancava. È una Napoli felice, paziente e volenteroso, a sua immagine e somiglianza.

Il patto con Sarri e Reina è solo l’ennesimo tassello di un puzzle che spera di completarsi prima possibile. Il tempo sarà galantuomo, ma vietato abbassare la guardia. La libertà concessagli dal nuovo tecnico azzurro non fa che alimentare la passione per questo sport e l’amore per questa squadra, confermando di lui le doti del fuoriclasse già emerse nelle passate stagioni. La mancata qualificazione in Champions pesa ancora sulla coscienza, ma ha scelto il modo migliore per farsi perdonare. Se l’andrà a prendere con la forza, questa volta, come un vero leader sa e può fare. A denti stretti e col cuore in gola, pronto a restituire a quella folla che lo acclama la ricompensa che più merita.

Francesca Di Vito

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