Manolo Gabbiadini, il rilancio è solo a metà con il Legia Varsavia

La sfida di Europa League tra Legia Varsavia e Napoli doveva essere l’occasione per molti calciatori finiti in questa prima parte di stagione in secondo piano nelle idee di Maurizio Sarri. E tra questi c’è sicuramente anche Manolo Gabbiadini, forse colui che più di tutti sta patendo il cambio di modulo. Infatti, sia nel 4-3-1-2 che nel 4-3-3 l’ex sampdoriano fatica a trovare il suo spazio e la giusta posizione in campo. Quindi la partita contro i polacchi del Legia Varsavia poteva essere un’ottima vetrina per il numero 23 del Napoli. E invece anche ieri sera Gabbiadini ha offerto una prova non propriamente memorabile.

FUORI DALL’AZIONE – Sarri per tutta la partita ha provato a richiamarlo nel tentativo di vederlo maggiormente coinvolto nella manovra offensiva degli azzurri. E invece Gabbiadini, nonostante i richiami arrivati a più riprese dalla panchina, è rimasto quasi sempre fuori dalle dinamiche offensive del Napoli. Pochi i suoi spunti, tanti invece gli errori. Errori anche su situazioni semplici, come un controllo del pallone, o un passaggio per i compagni. E questo è un chiaro sintomo del fatto che il ragazzo sta accusando più di tutti il cambio del sistema di gioco. Non che nel 4-3-1-2 fosse l’elemento fondamentale nello scacchiere di Sarri, ma ora nel 4-3-3 sta trovando le maggiori difficoltà. Maurizio Sarri lo ha spesso ribadito nelle scorse settimane che la posizione di Gabbiadini nel 4-3-3 può essere solo quella di prima punta, o al massimo giocare con un compagno al suo fianco nel 4-3-1-2. Ma oltre a tutto ciò, il calciatore è sembrato a tratti svogliato. Solo qualche conclusione da fuori area. Poi poco altro.

PRIMA PUNTA, SECONDA PUNTA O ALA? – Se c’è una cosa che accomuna un po’ tutti i tifosi del Napoli è sicuramente la difficoltà nell’individuare il giusto ruolo di Gabbiadini. Prima punta? Forse. Seconda punta? Anche. Ala? Forse no. E probabilmente le stesse difficoltà le sta trovando anche Sarri nel riuscire a capire in quale posizione, ma soprattutto in quale sistema di gioco Gabbiadini può veramente esprimersi al massimo. Nell’ormai accantonato 4-3-1-2 l’unica posizione che poteva ricoprire era al fianco dell’altro attaccante e con alle loro spalle il trequartista. Ma anche quando si giocava così là davanti, il problema era capire se Manolo potesse convivere in coppia con Higuain. Si diceva potessero calpestarsi troppo i piedi insieme. E infatti l’unica volta in cui i due hanno giocato in coppia, ovvero a Empoli, l’intesa non è stata di certo scoppiettante. Nel 4-3-3 invece la possibilità di vederlo come ala è stata subito messa da parte da Sarri, che lo ha scelto praticamente sempre come alternativa a Gonzalo Higuain. Quindi come ala sicuramente Sarri non lo vede. Ma anche da prima punta l’ex doriano fatica a trovare i movimenti giusti, fossilizzandosi spesso sui continui tagli alle spalle dei difensori, che comunque resta un movimento da prima punta. Ma oltre a ciò, poi di prima punta sembra non avere nulla: non attacca quasi mai il primo palo; non riesce mai ad anticipare i difensori avversari di testa; quasi mai riesce a difendere il pallone spalle alla porta.

Insomma, riuscire a trovare la collocazione giusta di Gabbiadini sta diventando un vero problema per Maurizio Sarri. Intanto il morale di Manolo continua a scendere, e in campo di certo fatica a nasconderlo. Bisogna quanto prima riuscire a recuperare il ragazzo, che resta un patrimonio del Napoli. Così come anche da parte di Gabbiadini ci deve assolutamente essere la volontà di mettersi a disposizione dei compagni, e cercare di abbandonare quella apatia tattica che spesso lo lascia fuori dal gioco degli azzurri.

Salvatore Nappo

RIPRODUZIONE RISERVATA

Home » Ultim'ora sul Calcio Napoli, le news » Manolo Gabbiadini, il rilancio è solo a metà con il Legia Varsavia

Impostazioni privacy