Un dato preciso indica il curioso caso di Juan Camillo Zuniga

I fanatici del calcio, quelli che proprio non riescono a star senza il mondo pallone, in questi giorni stanno dormendo poco per vedere ad orari pressoché impossibili le partite della Coppa America. Tra questi appassionati ci sono anche tanti tifosi del Napoli, che la scorsa notte hanno avuto una visione ancora più emozionante dei rigori tra Argentina e Colombia: vedere Camillo Zuniga in campo per oltre 120 minuti.

Una rarità, uno di quegli eventi da paragonare al passaggio di una cometa in cielo oppure al recente eclissi solare. Insomma, una cosa che non si è mai vista nei tempi recenti e che si ripete solo in particolari condizioni.

D’altronde sono i numeri che parlano di questa interessante tendenza. Nelle ultime due stagioni sono state maggiori le presenze in nazionale (14) rispetto a quelle con il Napoli in Serie A (13).

Il perché di questo poco utilizzo di Zuniga con il suo club ha numerose cause, dall’infortunio del 2013 al cattivo rapporto con Benitez, dalla voglia di andare via fino al non adattamento al modulo dello spagnolo. C’è però un momento che ha cambiato la vita del colombiano in Campania e quel momento è il prolungamento del contratto nel 2013. Dall’istante in cui De Laurentiis gli ha offerto l’onorevole cifra di 3,2 mln di euro a stagione (“Li merita tutti”, parole di DeLa), qualcosa si è inclinato.

E’ come se fosse venuto a mancare lo stimolo primario per un giocatore a questi livelli. Un senso di appagamento che ha spinto Zuniga da possibile fuoriclasse a giocatore di terza fascia. Poi sono arrivati gli infortuni, gli affaticamenti, i recuperi immensi, gli scontri tra staff medico del Napoli e quello della nazionale. Uno spettacolo non degno di un professionista che guadagna quella somma. E pensare che sempre nell’estate del 2013, l’ex Udinese era corteggiato addirittura dal Barcellona.

Ora – con tutto il rispetto per la Sampdoria che è sulle sue tracce – non può che ambire a qualche club di provincia per il suo futuro, destinato ad essere inevitabilmente lontano da Napoli. Peccato, e non soltanto per il Napoli, peccato anche per lui. Sì, gli azzurri con un suo apporto costante alla causa avrebbero potuto ambire a qualcosa in più, ma non è questo il punto. Il più grande rammarico è proprio per Zuniga che, in queste due stagioni, ha letteralmente sprecato una carriera indirizzata verso piani alti.

@GennaroSgambati

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