CAFFÈ AZZURRO – Dopo uno spagnolo, conviene prendere un altro spagnolo?

Sia ben chiara una cosa. Non è razzismo contro gli spagnoli. E’ solo una considerazione tecnica. Dopo un allenatore spagnolo conviene prendere un altro spagnolo?

La notizia di ieri ha spiazzato un po’ tutti. Sinisa Mihajlovic era già pronto ad accasarsi a Napoli che arriva il blitz improvviso di De Laurentiis a Madrid. L’obiettivo: convincere Unai Emery, attuale tecnico del Siviglia e detentore delle ultime due Europa League. Il presidente lo aveva annunciato in conferenza stampa giovedì quando disse che alla dipartita di Benitez, la sua intenzione era quella di continuare su un progetto di internazionalizzazione della squadra. Nessuno si aspettava una mossa così decisa e così repentina. Un viaggio che sta lasciando non poche perplessità.

Detto e concesso che la strada per convincere Emery è ancora lunga e tortuosa, c’è da considerare se il profilo del tecnico del Siviglia sia quello giusto per Napoli. Sicuramente se dovesse arrivare sotto il Vesuvio, Emery porterebbe novità non indifferenti rispetto alla gestione Benitez, a partire da un gioco, che rispetto a quello di Rafa si concentra più sull’intensità e sulle verticalizzazioni. Poi c’è la questione giocatori. Emery non ha lo stesso palmares di Benitez e quello che ha ottenuto, lo ha vinto con il Siviglia, una squadra certamente non imbottita di campioni e fuoriclasse. Quindi, per valorizzare i giocatori che sono ora presenti in azzurro, potrebbe essere l’uomo ideale.

C’è però da considerare l’altro lato della medaglia. Ed il problema principale in questo caso potrebbe essere l’adattamento ad un campionato che non è la Liga. Mourinho a parte, in Italia gli allenatori provenienti dall’estero hanno sempre faticato e non poco ad ambientarsi nella Serie A. Stile di gioco e ritmo diverso, avversarie molto più chiuse difensivamente e diversa concezione della partita. Sono queste le differenze che Benitez non è riuscito a superare e che potrebbero essere di peso anche ad Emery. 

Per questo motivo, l’idea di internazionalizzare il Napoli per la seconda volta potrebbe essere più dannosa che fruttuosa. I migliori allenatori sono sempre quelli italiani e lo dimostrano anche quando escono dai confini nazionali. Allora perché cercare un forestiero quando la scelta qui è così ampia? C’è un allenatore come Spalletti sul mercato, in alternativa Prandelli, ma anche lo stesso Mihajlovic. Loro conoscono il gioco della Serie A, già sono abituati e potrebbero essere la soluzione a medio termine che permetterebbe al Napoli di ritornare già l’anno prossimo sul podio.

G. Sgambati

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