Dalla C alla Champions, gli splendidi dieci anni in azzurro di Gianluca Grava

Chiudete gli occhi e richiamate alla mente un’immagine di dieci anni fa. Dieci lunghissimi anni, che sembrano un battito di palpebre ma che sono intrisi di emozioni, ricordi, esperienze, cambiamenti, delusioni, passioni. Di vita vera, quella che ti segna, quella che resta indelebile. Dieci anni, nel calcio sono un lasso temporale infinito, ancor più per il Napoli che dall’estate del 2004 è stato spedito agli inferi, fino a raggiungere nuovamente il paradiso. Ma sono passati dieci anni, dieci lunghi anni.

Tanti i calciatori che si sono susseguiti in maglia azzurra, numerose le partite, le reti, i passi falsi e le vittorie fino ai trionfi dell’era Benitez, quella attuale. Ed in questi lunghi anni di cambiamenti e rinascita, una costante ha accompagnato costantemente il club di De Laurentiis: Gianluca Grava. L’ex capitano azzurro ha esordito con la maglia partenopea nel gennaio 2005 durante Napoli-Lanciano, acquisto importantissimo dell’allora mercato invernale, destinato a diventare un tassello fondamentale del progetto all’ombra del Vesuvio.

Difensore arcigno ed ordinato con una già lunga carriera alle spalle tra Casertana, Ternana, Turris e Catanzaro, prende per mano un reparto più arretrato da rodare, trascinando il club dell’allora tecnico Reja sempre più in alto. Dopo la débâcle alla finalissima dei play off per la serie B contro l’Avellino, il Napoli non si ferma più, stravincendo il campionato successivo, approdando nuovamente in cadetteria. Proprio lì, contro il Treviso, siglerà anche una bella rete, contribuendo alla cavalcata che porterà alla i partenopei nuovamente nella massima serie.

Da lì un percorso stupendo, fatto di grandissimo attaccamento alla maglia, uno spirito di sacrificio inossidabile ed un amore infinito con Napoli ed il Napoli, del quale ne indossa la fascia da capitano alla prima vittoria nuovamente in serie A contro l’Udinese. Trova la giusta dimensione con Mazzarri, che ne fa un punto di riferimento per tutta la squadra, lasciandolo esordire anche in Europa League, allora ancora “Coppa Uefa”. Ma l’imprevisto è dietro l’angolo: il 15 gennaio 2011 rimedia una bruttissima lesione al legamento crociato anteriore e stagione terminata. La società però crede in lui e gli rinnova subito il contratto, in scadenza, dandogli così la spinta giusta per recuperare quanto prima la migliore forma fisica. Undici mesi dopo il ritorno in campo, tra la standing ovation dei tifosi al “San Paolo”, durante Napoli-Lecce. E non è finita qui. Mazzarri gli regala persino l’esordio in Champions League contro il Villarreal, vincendo poi in quell’anno anche la Coppa Italia seppur non da protagonista.

Dopo l’ennesimo rinnovo di contratto fino al 2013, a scadenza a giugno annuncia il suo ritiro: grandi emozioni al “San Paolo” durante il match contro il Siena con i tifosi che gli regalano all’ultima gara stagionale casalinga una doverosa standing ovation: Grava si conferma una delle bandiere della rinascita di un Napoli che ha preso molto da lui: il carattere, la voglia di non arrendersi mai, l’attaccamento alla maglia, la dedizione al progetto. Per tutte queste ragioni, il presidente De Laurentiis gli propone di restare in società come responsabile del settore giovanile partenopeo.

Un legame che si perpetua fino ad oggi, quando gli verrà consegnata una targa al “San Paolo” prima del match contro il Genoa, per il suo decennale in azzurro. Un riconoscimento più che naturale ad un pezzo di storia moderna del Napoli. Perché chi ama non dimentica e Gianluca Grava è tra le bandiere di una squadra che gli deve davvero tanto.

Alessia Bartiromo
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