Il Mattino – “Da Calciopoli a Pechino fino alle risposte di Bonucci, ecco la storia dello stile Juve”

Il giornalista Francesco De Luca, capo allo sport de Il Mattino, ha fatto il punto sulla questione Napoli-Juve all’interno del suo editoriale.

“Poco più di dieci anni fa a Napoli esplose Calciopoli, che avrebbe toccato il punto più alto nel 2006, prima dei Mondiali, con l’attacco frontale dei magistrati Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci alla Juventus e ai suoi dirigenti e la denuncia di una “Cupola” che governava la Federazione e soprattutto il settore arbitrale. Antonio Giraudo e Luciano Moggi, quei dirigenti, sono usciti dalla scena calcistica, ma la Juve continua ad essere ritenuta – a ragione – la società più potente. Prima della gestione di Moggi, c’era già la sudditanza psicologica da parte degli arbitri e continua ad esservi, se è vero che né Tagliavento né i suoi collaboratori Damato e Di Liberatore, arbitro addizionale e guardalinee ben posizionati nella circostanza, si sono accorti del fuorigioco di Caceres in occasione del raddoppio della Juve a Napoli, di quella rete che sull’1-1 ha tagliato le gambe agli azzurri. Le parole di De Laurentiis su Twitter sono state durissime, con accuse di malafede e/o incapacità indirizzate ai sei arbitri di Napoli-Juve. Probabilmente il presidente del Napoli s’è reso conto di come funziona in questo disastrato mondo: se alzi la voce, in qualche modo sei ascoltato e accontentato, non a caso proprio dal fronte Juve sette giorni fa è stato collegato il dubbio gol assegnato alla Roma a precedenti lamentele dell’allenatore Garcia. O forse non vuole rimanere ad osservare e a subire, anche perché sta per cominciare il girone di ritorno e si decidono i giochi. Il Napoli non è stato esaltante contro la Juve. Ha commesso errori in attacco e in difesa, ma avrebbe avuto diritto ad essere tutelato dall’arbitro perché l’episodio non è stato soltanto uno – il gol di Caceres in fuorigioco -ma ci sono stati anche quelli che hanno riguardato Buffon: il retropassaggio non sanzionato nel primo tempo e il contatto con Koulibaly.

Per dirla alla Benitez, spagnolo dotato di humori nglese, «ci può stare quando giochi con la Juve». E invece no, non ci può stare perché l’arbitro ha quattro collaboratori che devono sostenerlo. Tagliavento ha commesso tanti, troppi, errori nella sua carriera: scatenò l’ira di Mourinho (gesto delle manette) e annullò un gol regolare del rossonero Muntari nel match scudetto con la Juve; faceva parte del team arbitrale che a Pechino affondò il Napoli nella sfida per la Supercoppa 2012 contro i bianconeri. Pur di dare ragione all’arbitro in occasione del gol concesso a Caceres, nel salotto televisivo di Sky Sport hannoipotizzato la presenza di un azzurro alle spalle dell’uruguaiano e di Chiellini. Certo, gli errori fanno parte del gioco: li commettono de Guzman e Higuain sotto porta, li commette l’arbitro.

Ma è inconcepibile la tolleranza che molti arbitri – e tra essi c’è sicuramente Tagliavento – hanno nei confronti dei giocatori della Juve. Che protestano con veemenza, strattonano il direttore di gara, lo invitano ad ammonire gli avversari dopo un fallo di routine e lo sollecitano a concedere punizioni in loro favore. E questo accade spesso, non soltanto nelle partite contro il Napoli. Perché Tagliavento non ha ammonito o espulso Vidal che lo strattonava mentre ammoniva Tevez? Se il metro è questo, sbagliano gli azzurri a rispettare l’arbitro e a non fare gli isterici. Non fu un isolato episodio quello dell’autunno 2012,quando i giocatori bianconeri, perfino le riserve, circondarono il guardalinee Maggiani a Catania finché non fece annullare il gol del siciliano Bergessio: è un atteggiamento tipico della Juve, unica società ad aver trascinato in tribunale la Federcalcio per risarcimento danni post-Calciopoli (cifra ipotizzata 443,7 milioni di euro). Ciò fa capire bene quale pressione sia in grado di esercitare il club bianconero e perché Bonucci, un nazionale, uscendo dagli spogliatoi del San Paolo, con arroganza abbia risposto così alla domanda di un cronista sulle differenze tra Juventus e Napoli: «Noi siamo in Champions e voi in Europa League». Quando si dice lo stile Juve”.

FONTE: Il Mattino

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