Non ci esaltiamo più, ma almeno esultiamo ancora…

Inutile che ci giriamo intorno. Affrontavamo il Parma, reduci da una bella figura barbina, per dirla pulita. E vi assicuro che domenica non l’ho definita proprio così, dando libera uscita al camionista che c’è in me. Ho sbraitato per l’atteggiamento più che per il risultato. Il Milan non è una grandissima squadra; era, a mio parere, anche battibile e, come con tutte le squadra battibili, chiaramente noi non li abbiamo battuti. Noi siamo quelli delle sorprese. Quelli dello “strano ma vero”, quelli di “sbagliare è umano, perseverare è diabolico”, ed in questo senso i diavoli a San Siro eravamo noi. In tutti i casi, siamo tornati al San Paolo, in modalità, per essere attuali e sempre sul pezzo anche noi: “Vieni! Vien’a te piglia’ o perdono!”.  Per fortuna, così è stato e perdono fu. Più o meno. Non avrei mai potuto sopportare i “piagnoni” del giorno dopo. A proposito, Preside’, io credo che i napoletani caccino lacrime vere e di sangue per altri tipi di problemi, che forse lei non può neanche immaginare, con tutto il rispetto.
Detto questo, il Parma era la vittima sacrificale migliore che ci potesse capitare. Una partita quasi allenamento per poter andare a Doha a giocarci una finale contro quegli alieni che corrono e non si fermano, con gambe un po’ più riposate, la testa un po’ più sgombra e un po’ di fame di conferme. O, almeno, si spera.

Resta il fatto che il Presidente su una cosa ha avuto ragione. Sta mancando il sostegno dei soliti tifosi allo stadio. E, così, anche ieri eravamo pochi, pochissimi. Neanche la voglia di darsi gli auguri coi vicini di sediolino li ha smossi dal divano. E questo è molto triste, senza giudizi su chi non c’era. Puro commento ad un dato di fatto e da chi ha piacere ad avere uno stadio assordante intorno. Anche perché, come sottolineato più volte e da più persone, quando siamo pochi, si sentono meglio tutte le scimità che escono fuori e i commenti inutili. Tipo imprecare contro la mamma di Zapata, chiamandola “verdummara”, o gridare: “Henri’, cantaci ‘na canzone!”, o dire che è meglio non presentarsi a Doha per evitare figuracce, e a questo punto per coerenza e mentalità vorrei sfidarlo a non vedersi la partita lunedì per salvare il fegato prima dell’insalata di rinforzo, oppure acclamare ironicamente un goal di Gargano alludendo ai sui suoi piedi scarsi, senza dire una parola sui polmoni e la caparbietà del nanerottolo, oppure lamentele su lamentele su lamentele e ancora lamentele sulle lamentele di Higuain. Se siamo cinquantamila, si sente meno roba e sarebbe meglio così.

La partita è andata via veloce tra i due goal: prima una girata di Zapata in area con tutto il Parma appeso alla maglia, sfidando tutte le regole della fisica e della logica, il tutto con una lentezza inquietante, ma evidentemente efficace; poi un rigore tirato da Mertens, dalla curva B non è sembrato un gran rigore, ma potente quanto basta per entrare seppur toccato da un ottimo Mirante. Una menzione speciale alla possibilità di un terzo goal con Britos, che non ci ha voluto dare questa gioia su calcio d’angolo. Era solo davanti al portiere, un metro e ottanta e rotti di uomo che si lancia verso il pallone a volo d’angelo, come neanche Baby nella scena del ballo finale in Dirty Dancing. Palla in curva A, tra l’incredulità degli astanti.

Astanti che nell’intervallo hanno aperto un panettone e bevuto spumante, qui lo scrivo e qui lo nego per com’è entrato nei mille controlli del San Paolo. Astanti che nel secondo tempo hanno un po’ sbadigliato, sperando in un terzo goal mai arrivato, neanche quando finalmente Callejon è tornato dalla Nazionale e ha tirato in porta. Saluti e baci e auguri a fine partita, tra il relax degli ultimi cinque minuti in cui abbiamo regalato pensieri canterini agli juventini. La testa, si sa, è a lunedì e alla finale di Supercoppa. Tra le scimità sentite perché troppo pochi, c’è stata anche l’affermazione: “Che ce ne frega di questa coppetta!”. Bene, io attendo al varco il signorino. Semmai, e dico semmai, dovesse succedere il miracolo lunedì sera, non fatemelo incontrare in strada a festeggiare. Potrei far uscire nuovamente il camionista di domenica scorsa ed essere molto di cattivo gusto.
Tornando a casa ho ascoltato un po’ di commenti in radio. Pessimismo e fastidio, oltre le solite voglie di sostituirsi a Benitez senza averne le competenze tecniche, ma solo per incapacità di sostenere e tifare e basta. Neanche dopo una vittoria, visti gli ultimi tempi. Ho spento presto. Volevo godermi finalmente una vittoria al San Paolo senza subire reti improbabili. Ed un pensiero inquietante e malsano, ma poi subito ricacciato, mi è passato per la testa: “Vuoi vedere che aveva ragione ‘o Presidente?!”
Buon Natale a tutti e sempre Forza Napoli!

Deborah Divertito
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