Rafa a briglia sciolta, tra metafore e autodistruzione. Ecco la vera sfida dello spagnolo

Sono giorni roventi in casa Napoli. La sconfitta di domenica sera contro il Milan ha dato il là ad una vera e propria settimana di passione, condita da feroci critiche, repentini ribaltamenti di fronte e tante dichiarazioni.

Al centro di tutto Rafa Benitez, giunto nel maggio del 2013 sulla panchina azzurra ed accolto con tutti gli oneri del caso, sta vivendo il periodo più tumultuoso da quando ha abbracciato il progetto azzurro. Il tecnico spagnolo non ha gradito il fiume di critiche esondato dopo la prova contro i rossoneri, oggettivamente scadente e da annoverare tra le peggiori uscite della recente storia azzurra. Ma non solo; nella conferenza stampa di ieri, l’ex Liverpool si è soffermato in particolare sull’innata “capacità”, tutta partenopea, di tendere all’autodistruzione. Utilizza proprio questi termini lo spagnolo, in una delle conferenze più loquaci e dirette da quando allena all’ombra del Vesuvio.

PARLA RAFA – Si sfoga Benitez, trovatosi a fronteggiare un ambiente puntiglioso, volubile, pronto a cambiare la propria opinione con facilità disarmante. Utilizza metafore, similitudini, in un tentativo quasi disperato di comunicare le proprie idee ed impressioni con ogni forma possibile. “In Spagna si dice ‘L’uomo è l’unico animale che inciampa 2 volte sulla stessa pietra’. Qui ogni settimana le opinioni cambiano. Una settimana siamo fantastici, un’altra non serve nessuno. Prima si diceva Mertens deve giocare tutte le partite, ora Insigne è fondamentale e perciò non si vince”.

LA SOLUZIONE – Richiede pacatezza, equilibrio nei giudizi, tempo e possibilità di crescita. Per il definitivo salto di qualità è necessaria l’unione, remare tutti nella stessa direzione. Questo il diktat del tecnico. Questa, apparentemente, la soluzione.

LA VERA SFIDA – Ma dall’alto della sua esperienza Benitez sa che con ogni probabilità ciò non sarà possibile. La vera sfida per lui é (e sarà?) trasportare la barca Napoli in un mare di avversità e continui tumulti. Una sfida molto più impervia di quanto potesse aspettarsi nel giorno della firma con il club azzurro. Avere la capacità di isolarsi, tenere conto delle critiche, incassarle quando meritate, ma avere la forza di superare anche l’ostacolo dell’incoerenza e del continuo muro contro muro, senza perdere di vista l’obiettivo, senza nascondersi dietro tali difficoltà oggettive di ambiente. Parlare con il campo, che è l’unica voce incontestabile. Meno utopia e più pragmatismo.

“Sento tante cose, tante opinioni ma io vado avanti per la mia strada”. Ma Benitez ha mostrato i primi segnali di una chiara insofferenza. La domanda che sorge è: accetterà Rafa di ergersi nel ruolo di quel condottiero sprezzante che Napoli richiede? Riuscirà nel delicato gioco delle parti a trovare, anche in questo senso, il fantomatico equilibrio?

@AntonioAllard

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