Da Mazzarri a Benitez, il Napoli si porta dietro un problema atavico. E la colpa risiede altrove

Piccola squadra è ormai sinonimo di pericolo per il Napoli. Un’equazione arcinota all’ombra del Vesuvio, perché la sindrome che colpisce gli azzurri ogni qualvolta incontrano una compagine di medio-bassa classifica è conclamata e atavica.

RETAGGI DAL PASSATO – Chi ha la risposta e la soluzione a tutti i problemi del Napoli è convinto che il motivo di tale difficoltà risieda nel tecnico Rafa Benitez che incontrerebbe difficoltà ad affrontare la più classica delle tattiche italiane: undici giocatori dietro la linea della palla, difesa ermetica e un solo scopo, uscire dal San Paolo con un miracoloso punticino (che per chi deve salvarsi, fa classifica) o magari con i tre punti ottenuti grazie ad un gol arrivato nell’unico tiro nella porta avversaria (il Napoli è una squadra che subisce pochi tiri in porta ma tanti gol). Ma probabilmente la memoria è troppo corta per ricordarsi che la squadra partenopea ha avuto difficoltà contro le cosiddette piccole anche in passato. Clamorosi gli stop che gli uomini di Mazzarri subirono contro Chievo, Catania, Siena, Novara, Parma, Atalanta, Bologna (la sconfitta contro i falsinei spense definitivamente il sogno scudetto degli azzurri nella stagione 2011/2012). Insomma il problema forse non risiede nell’allenatore, ma altrove.

DIFFICOLTÀ – Dunque se gli allenatori cambiano ma i problemi restano, è evidente che questi siano altrove. Perché se è vero che per tutti è complicato giocare contro avversarie che si chiudono in difesa e non lasciano spazi, è altrettanto vero che le grandi squadre queste gare le vincono, perché hanno i grandi calciatori che fanno la differenza. Ed è forse questo che manca al Napoli. Uomini di personalità e tecnica capaci di far ragionare la squadra quando la gara non riesce a sbloccarsi evitando di sbilanciarsi e prendere il più classico dei gol in contropiede (come è accaduto contro l’Empoli); giocatori bravi a sbloccare il risultato su calcio da fermo (nel calcio moderno molto equilibrato, gran parte dei gol arrivano su punizioni e calcio d’angolo); “panchinari” in grado di fare la differenza appena entrati in campo (il Napoli sotto questo punto di vista può contare solo su Mertens e su De Guzman). Tutte carenze strutturali che agli azzurri quest’anno sono costati tanti punti, tutti gettati al vento contro squadre medio-piccole. Un problema a cui porre definitivamente rimedio, altrimenti questa squadra resterà sempre un’eterna incompiuta.

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