Dall’officina di famiglia all’Atalanta, la strana storia di Manolo Gabbiadini

È il giocatore del momento, il suo probabile passaggio al Napoli lo ha inserito di diritto sulle copertine di tutti i rotocalchi sportivi. Parliamo chiaramente di Manolo Gabbiadini, il suo trasferimento in azzurro potrebbe essere l’acquisto più importante del mercato invernale italiano, date le qualità dell’attaccante e dati i milioni che De Laurentiis è intenzionato a sborsare per lui.

Eppure la sua è una storia strana, una di quelle che poteva finire in modo diverso. Infatti, come riportato da Il Corriere del Mezzogiorno, l’attaccante della Sampdoria ha seriamente rischiato di non diventare calciatore per fare il meccanico. Già perchè Manolo, all’età di 16 anni, lavorava nell’officina dello zio a Bagnatica, quello sembrava poter essere il suo futuro. Poi all’età di 18 anni Gabbiadini inizia a fare sul serio con il calcio e con l’Atalanta. Dall’esordio in serie A, a 18 anni e 4 mesi contro il Parma, l’attaccante non s’è più fermato: il Bologna in prestito dalla Juve, la Sampdoria in comproprietà e poi la Nazionale. Prima l’Under 21, con cui vanta anche l’argento all’Europeo 2013 in Israele insieme a Lorenzo Insigne.

Adesso l’opportunità di giocare in un club che lotta per i vertici della classifica, ma Gabbiadini ha seriamente rischiato di perdere l’occasione della vita per restare nell’officina di famiglia in quel di Bagnatica.

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