Tutto su Manolo Gabbiadini, mancino velenoso ed un particolare “record” con l’Under 21

Mancino vellutato e grande passo, impegno e abnegazione come si addicono ad un ragazzo con il pallone nel sangue, la sorella Melania è una stella del calcio femminile con un palmerès di tutto rispetto, un talento che s’è fatto da solo. Tanta gavetta e sudore, macinando calcio in tutta Italia, Manolo Gabbiadini il nome più caldo del mercato partenopeo ormai alle porte, è questo e molto altro.

Primi spunti – Un predestinato, a detta di molti, fin dai primi calci nelle giovanili del Bolgare destando l’attenzione degli attenti osservatori dell’Atalanta, vivaio d’eccellenza quello orobico, che sa far crescere e trarre il meglio dai propri ragazzi. Numeri che incantano e subito il prestito al Palazzolo e il Montichiari, per due stagioni, attendendo il ritorno alla casa madre. L’esordio in A a 18 anni, l’Atalanta viene sconfitta dal Parma ma poco importa, gli esordi sono momenti che per sempre restano incastonati come gemme preziose nella memoria di un ragazzo che sogna di sfondare nel mondo del calcio, e così sarà. Dopo la stagione 2009-2010, chiusa dopo l’esordio con un’altra presenza, ecco l’approdo in Serie B al Cittadella, alla corte di Foscarini, uomo di calcio che la stoffa la sa valutare, e bene. Poco meno di trenta presenze impreziosite da 5 reti, primo goal tra i professionisti e quel sinistro che comincia a diventare mainstream, a impressionare tutti per pulizia e potenza, abbinate ad una precisione chirurgica.  Senso del goal, abilità balistiche, fortissimo sui calci piazzati, il futuro di Gabbiadini appare luminoso.

Ombre orobiche, luci emiliane – Il background è completo, Gabbiadini è pronto al ritorno in Serie A, annata 2011-2012, club di Premier e Bundesliga sono su di lui, ma la dirigenza bergamasca, con in testa Pierpaolo Marino, non intende cedere il suo gioiello, arriva il primo goal in A, contro il Bologna, ma sarà l’unica nota lieta di una stagione da incompiuto, da dimenticare, a scaldare la panca vedendo le gesta del Tanque Denis. Qualche ombra sembra ergersi sul calciatore nativo di Calcinate, tanti sono i talenti che incantano nelle giovanili per poi perdersi nell’impatto con il calcio che conta. Troppo poche due reti in stagione per un centravanti che doveva colpire per la sua prolificità, ma dinanzi a tante nuvole, il sole spunta lungo la Via Emilia, sotto la Torre degli Asinelli. La Juventus del duo Marotta-Paratici scava sotto la sabbia di un’annata da dimenticare, punta forte sul talento del giocatore, acquistandone la comproprietà e decide di girarlo in prestito al Bologna di Pioli. Lì l’esplosione, il nuovo ruolo, esterno offensivo dove dar sfoggio allle lunghe leve unite a una tecnica in grado di incantare. Il 4-2-3-1 dell’attuale tecnico della Lazio come una seconda pelle, 31 presenze 7 reti ed una continua fucina di assist per Alberto Gilardino.

Genova per la consacrazione – Ormai le doti di Gabbiadini sono lapalissiane, palesi, il ragazzo ha mostrato che la stoffa non è effimera, ed è pronto a giocarsi le sue occasioni. Quale miglior piazza di Genova, sponda Samp, passione abbinata ad una pressione non eccessiva, il luogo giusto dove sfondare. Coinvolto in un giro di comproprietà con Simone Zaza finisce alla corte di Sinisa Mihaijlovic, che continua il lavoro di Pioli, permettendo a Gabbiadini di esplodere in maniera pressocché definitiva. In poco meno di un anno e mezzo 15 reti abbinate ad un lavoro impagabile sull’esterno, pronto a ripiegare e a garantire equilibrio tattico. Calciatore moderno e per questo graditissimo a Rafa Benitez, che fa della completezza, della qualità unita al lavoro,  la base per il suo credo, per il suo ideale di calcio moderno.

Azzurro nazionale – Feeling particolare anche con un’altra maglia azzurra, quella della Nazionale italiana. Gabbiadini è terzo con 12 reti nel triennio 2011-2014 , dietro due campioni del Mondo come Gilardino e Pirlo , entrambi però con un anno in più nell’Under(2000-2004 Gilardino, 1998/2002 Pirlo), nella classifica marcatori di tutti i tempi dell’Under 21. Ormai anche nel giro della Nazionale maggiore, convocato prima da Prandelli ha esordito con Antonio Conte nell’ultima amichevole, dieci minuti al Ferraris contro l’Albania.

L’azzurro nel destino, forse, per un talento che per la dirigenza partenopea è ormai molto più di un semplice obiettivo.

Edoardo Brancaccio

 

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