Atalanta-Roma, la ferocia degli ultras bergamaschi contro i romanisti per vendicare la morte di Ciro

Due sabati fa, a Bergamo, dopo la partita tra Atalanta e Roma, si è scatenato l’inferno all’esterno dell’Atleti Azzurri d’Italia di Bergamo. Una parte dei tifosi nerazzurri ha provato ad entrare nel settore ospiti, salvo poi essere respinta dall’intervento delle forze dell’ordine: scene di una guerriglia che ha determinato il ferimento di due agenti di polizia, e che poteva avere conseguenze di gran lunga peggiori. Una violenza inaudita, che ha costretto il Ministro degli Interni Alfano a firmare il provvedimento che prevede lo stop di tre mesi alle trasferte dei tifosi atalantini.

PAROLA ALL’ESPERTO – Paolo Berizzi è un giornalista di Repubblica che ha svolto numerose inchieste sul fenomeno della violenza nelle curve, e che sull’argomento ha addirittura discusso la sua tesi in psicologia. Intervistato dal quotidiano orobico L’Eco di Bergamo, ha enunciato una tesi che, se confermata (e a rigor di logica il ragionamento c’è tutto), avrebbe dell’inaudito. “È dal 25 giugno che gli ultras bergamaschi hanno in mente questo assalto. È stata una vendetta trasversale: volevano pestare i romanisti per lavare col sangue l’agguato “infame” a Esposito. Dopo la partita di Coppa Italia del 3 maggio, prima della quale fu ferito Ciro, molte curve italiane hanno stretto un accordo di medio-lungo termine per vendicare il napoletano, il primo ultrà ucciso con arma da fuoco da parte di un altro ultras”

NEMICI AMICI – Suona strano, a chi non mastica la politica delle curve, che gli ultras dell’Atalanta volessero vendicare l’uccisione di un sostenitore del Napoli: tra le due tifoserie c’è un odio forte ed antico. “Ma nel codice ultras – dice Berizzi l’uso delle pistole negli scontri è considerato più di un’infamata. Una cosa inaccettabile. Gli atalantini volevano essere i primi a punire i romanisti, appuntandosi così una sorta di medaglia agli occhi delle altre tifoserie. Sono logiche folli ma nel mondo delle curve valgono più di uno scudetto. È stata una vera e propria azione militare senza precedenti, pianificata per bersagliare i tifosi romanisti. Non essendo riusciti a raggiungerli, gli ultras atalantini si sono scontrati con le forze dell’ordine”

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