Il futuro del San Paolo è ancora oscuro. Le parti sono lontane, il 31 maggio è vicinissimo: gli scenari

Sembra un problema lontano, al contrario è più attuale che mai. Quale sarà il futuro dello stadio San Paolo? Soprattutto: sarà ancora l’impianto di Fuorigrotta a ospitare le partite interne del Napoli? Domande che possono sembrare retoriche e dalla risposta scontata. Non è così.

La convenzione tra il Comune ed il Napoli scadrà il prossimo 31 maggio. Entro quella data Aurelio De Laurentiis dovrà presentare a Palazzo San Giacomo uno studio di fattibilità per rimodernare il San Paolo e portarlo agli standard europei, prima di firmare un nuovo accordo di gestione che consenta al club partenopeo di avere un uso quasi esclusivo della struttura. E su quel “quasi” che si arena il discorso: De Laurentiis vuole che il San Paolo sia destinato solo alle partite di calcio; non ha gradito, in tal senso, che il Comune abbia già deciso di ospitare a Fuorigrotta i concerti di Vasco Rossi e Jovanotti per il prossimo luglio. Il ragionamento non fa una grinza: se il Napoli acquisisce la gestione dell’impianto entro giugno, si ritroverebbe sul groppone due eventi che andrebbero non solo ad intaccare il manto erboso, ma anche ad impedire i lavori che dovrebbero partire il prima possibile. E le dichiarazioni di De Magistris, che ha auspicato un futuro fatto anche di concerti per il San Paolo, hanno gettato ulteriore benzina sul fuoco.

Cosa accadrà allora? Da Castel Volturno non trapela nulla. L’intenzione di De Laurentiis – manifestata più volte a dispetto delle minacce di portare la squadra a giocare altrove – è quella di restare a Fuorigrotta, in un San Paolo messo a nuovo con l’aiuto di investitori stranieri. Bisogna trovare l’accordo con il Comune, questo è certo. Se però la corda si tirasse troppo, a quegli stessi investitori potrebbe essere chiesto di mettere sì mano al portafogli, ma per costruire un nuovo impianto, lontano da Napoli: Afragola, con la stazione dell’alta velocità che dovrebbe essere pronta tra qualche anno, resta la soluzione più logica se De Laurentiis decidesse davvero di lasciare il San Paolo

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