Il turn over non convince ancora, ecco i tre esperimenti da rivedere di Sparta Praga-Napoli

Questa volta è proprio giusto il motto dei tifosi “Al di là del risultato”. Perché oltre lo scialbo zero a zero maturato nel match contro lo Sparta Praga, il Napoli ha conquistato con un turno di anticipo la qualificazione ai sedicesimi di Europa League, la terza nelle più recenti altrettante partecipazioni. Ci si aspettava un Napoli diverso, più aggressivo e cinico, che potesse mettere subito alle corde gli avversari ricoprendoli di reti e confermandosi definitivamente in testa al girone evitando così le squadre eliminate dalla Champions. Un obiettivo importante che sarà conquistato vincendo il prossimo ed ultimo match contro il fanalino di coda Slovan Bratislava, in un “San Paolo” che vuole confermarsi fortino europeo.

GLI ESPERIMENTI. Che non fosse facile vincere a Praga lo sapevano bene sia Benitez che gli azzurri ed il pareggio non era tutto sommato, un risultato da scartare considerando le tantissime defezioni, una condizione fisica non al top e l’ostico impegno di Genova lunedì contro la Sampdoria dietro l’angolo e da non fallire. Spazio quindi agli esperimenti, per cercare le migliori alternative agli infortunati Insigne, Mertens, Zuniga, Michu ed anche De Guzman, fermato al fotofinish ma disponibile per la trasferta di Marassi. Ecco quindi la mossa che non ci si aspettava: Jorginho titolare ma non sulla mediana, bensì come vice Hamsik. Ed il capitano? Sull’out mancino, come vice Insigne.

CONFUSIONE TATTICA. I primi problemi dei partenopei nascono proprio da questa alternativa: l’italo brasiliano da rifinitore non riesce a trovare i giusti varchi, non imposta scollegando così mediana ed attacco, limitando al contempo i movimenti di Hamsik, praticamente invisibile sull’out mancino. Un peccato, perché è proprio lì che bisognerebbe affondare i colpi per far male allo Sparta. A dimostrazione di ciò, nella ripresa, appena Jorginho lascia spazio a Ghoulam restituendo allo slovacco il suo ruolo naturale, non solo cambia il Napoli ma il capitano diventa il migliore in campo, sempre pericolosissimo. Era giusto valutare al meglio quest’alternativa, al momento però bocciata.

TERZINI SOTTOTONO. Facciamo un passo indietro e torniamo al match di domenica al “San Paolo” contro il Cagliari: l’esperimento domenicale invase la difesa, con un quartetto d’eccezione, formato da Maggio, Henrique, Koulibaly e Ghoulam. Bene le fasce, molto meno il duo centrale, che non solo è responsabile in gran parte dei tre gol subiti ma apparso costantemente impreciso, distratto ed impalpabile. Ecco che si cambia per l’Europa League. Tornano al centro Albiol e Koulibaly mentre Mesto e Britos si accomodano rispettivamente a destra e sinistra. Situazione opposta: bene i centrali, meno i terzini che portano a casa una buona prestazione senza fare però troppo la differenza. Meglio a destra come sempre, palesando una forte difficoltà sulla scorribanda mancina, con l’uruguaiano fuori ruolo. Non c’è dubbio che il quartetto perfetto al momento sia formato da Maggio, Albiol, Koulibaly e Ghoulam, che danno non solo quantità e qualità alla manovra ma anche esperienza in entrambe le fasi.

Qualcosa da rivedere ancora per il Napoli di Benitez ma, tornando all’assunto iniziale, oggi si ragiona “al di là del risultato”: con il mercato di gennaio alle porte e la qualificazione ai sedicesimi di Europa League raggiunta, migliorare e confermarsi ancora non potrà essere che un procedimento naturale.

Alessia Bartiromo
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