Questo Napoli merita rispetto, da parte di tifosi e critica. L’istinto lasci il passo alla ragione

Dopo le partite del Napoli sono solito isolarmi. Abbandono i social, rifletto sulla gara per farmi un’idea tutta mia. Giovedì sera, dopo la gara con lo Sparta Praga che ha certificato il passaggio ai sedicesimi di finale di Europa League, per esigenze di lavoro sono rimasto connesso alla rete. E sebbene Facebook e gli altri social media non rappresentino un campione esaustivo delle considerazioni possibili, ho capito quanta cattiveria gratuita può esserci nel giudicare il Napoli. Questo Napoli, reo di non stracciare ogni avversario. Colpevole di non chiudere le partite dopo venti minuti. Incapace di battere una squadra come lo Sparta. Che, ben inteso, in casa in Europa aveva sempre vinto finora in questa stagione.

C’è una buona fetta di tifosi del Napoli che si è imborghesita. Che chiude gli occhi sul passato – tranne sui sette anni di Maradona – e che impone al club di dover vincere solo per l’immensa passione di cui è circondato. Questa parte di tifosi non tiene in debito conto delle difficoltà che esistono nel fare calcio in questo momento storico dell’Italia; dell’ambiente cittadino in cui si muove il Napoli;  di una tradizione che è molto più piccola di quanto si voglia far credere. Attenzione: a scrivervi è una persona che per la maglia azzurra nutre un amore incondizionato. Ho seguito il Napoli ovunque, prima nelle vesti di tifoso, poi in quelle di giornalista. Ma l’amore che ho per questi colori non è cieco. Si, lo so. Far coincidere ragione e sentimento non è semplice. Ma solo quando si riesce a raggiungere il vero equilibrio tra questi due aspetti si può parlare di vero amore. La partita di ieri sera mi ha lasciato l’amaro in bocca, come a tutti. Ma è durato il tempo di mangiare un panino. Che vi assicuro, con me, non ha lunga vita. Subito dopo ho azionato il cervello. Insigne, Mertens, Zuniga, Michu (pur senza conoscerne il reale valore): a una squadra non si possono togliere tutti questi giocatori senza sortire l’effetto di un patimento. Eppure il Napoli ce l’ha fatta. E’ riuscito a fare la sua partita, di sofferenza certo, non bella sicuro, ma con un pizzico di buona sorte che, unita alla capacità tattiche di Benitez, ha ottenuto ciò che voleva. Nonostante tutto questo, i commenti negativi si sprecavano ieri sera. Addirittura ho letto la frase di un tifoso che non ha esitato a definire questa partita come “la più brutta da anni a questa parte”. Dimenticando magari le magre figure di qualche tempo fa contro Dnipro e Viktoria Plzen, le prime che mi vengono in mente.

Da tempo ormai sembra essersi creata una frattura tra il Napoli e questa parte dei suoi tifosi. Magari la colpa è anche un po’ di De Laurentiis, che con le sue dichiarazioni d’intenti prospettava una stagione molto diversa da questa. Ma i tifosi del Napoli si definiscono competenti di calcio, a giusta ragione. Dunque anche di fronte a queste dichiarazioni potevano ben sapere che non era possibile lottare per lo scudetto. E di fronte alla scelta tra l’indifferenza e la critica pretestuosa, hanno optato per la seconda strada. Orgoglio, istinto, rabbia. Non sono caratteristiche appartenenti a un sentimento nobile come l’amore. Questo Napoli va sostenuto, se proprio riesce difficile, rispettato. Da parte di tutti.

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