Sei punti in meno rispetto all’anno scorso. E la rabbia di una squadra che non vuole (e non può) crescere

Il terzo posto è salvo, almeno per il momento. Il pareggio del monday night tra Genoa e Palermo consente agli azzurri di restare isolati all’ultimo gradino del podio, in attesa dello scontro diretto di lunedì prossimo. Sarà ancora Marassi il teatro della lotta per un posto nella prossima Champions League, con la squadra di Benitez impegnata contro l’ostica Sampdoria di Mihajlovic, vera rivelazione di questo primo squarcio di stagione.

NON SI MIGLIORA – Napoli pienamente in corsa dunque, eppure aumentano i rimpianti per i tanti, troppi punti persi contro le piccole. Chievo, Atalanta, Cagliari e Palermo, tutte invischiate nei bassifondi della classifica: partite alla portata degli azzurri, che invece di fare filotto hanno raccolto la miseria di tre punti. E la classifica piange, se comparata alla stessa giornata della passata stagione. Alla dodicesima dello scorso campionato infatti, il Napoli perdeva a Torino con i bianconeri di Conte, mantenendo il terzo posto, ma con 28 punti (6 in più rispetto ad oggi) e soprattutto con Roma e Juventus distanti rispettivamente 3 e 4 punti. Una forbice che si sarebbe allargata successivamente a causa dello stesso male che sta divorando quest’anno la squadra di Benitez: la mancanza di continuità e l’incapacità di gestire certe gare contro avversari alla portata.

LINEA DI CONFINE – E in un campionato tecnicamente mediocre come quello italiano, la linea di confine tra il raggiungere o meno un determinato obiettivo è proprio quello: battere le squadre più deboli, che numericamente – elementare Watson – sono di più rispetto a quelle di pari o maggiore valore. Insomma, battere Juventus e Roma può servire a poco se poi in casa si perde con il Chievo e si pareggia con Cagliari e Palermo, e allo stesso modo si lancia alle ortiche una vittoria in quel di Bergamo. Senza tirare in ballo Udine e Milano con l’Inter. Pensate dove sarebbero gli azzurri se con le quattro squadre sopra citate fossero arrivate altrettante vittorie: 9 punti in più avrebbero significato primo posto insieme alla Juventus. A chi attribuire le colpe di tanto spreco allora? Del mercato si è detto e scritto tanto, inutile tornare sull’argomento; all’allenatore si può imputare ben poco se Koulibaly e Rafael confezionano errori grossolani come quelli di domenica. Tocca allora ai calciatori. Il loro capitano, Hamsik, ieri ha detto: “Non possiamo più permetterci di perdere punti in questo modo”. Il primo passo per superare il problema è l’ammissione dello stesso. Vedremo se il Napoli avrà imparato una lezione che per ora proprio non vuole entrargli in testa.

Vincenzo Balzano

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