Le tre risposte di Napoli-Cagliari: ancora una rimonta, ancora punti persi. E il solito difetto che emerge di nuovo

Dopo la pausa di campionato ritorna la serie A ed il Napoli ieri era chiamato a rispondere agli acuti di Roma e Juventus che negli anticipi hanno rispettivamente battuto Atalanta e Lazio. Sembrava tutto facile per gli azzurri sino alla metà del primo tempo, con Higuain ed Inler che hanno siglato le reti del doppio vantaggio. L’ultima ora di gara è invece un trauma per i ragazzi di Benitez, che subiscono un parziale di 3 -1 dal Cagliari di Zeman e devono accontentarsi di un solo punto. Ecco cosa ci ha detto il match del San Paolo…

Non è la prima volta che i partenopei si fanno rimontare in questa stagione. Tra Palermo, Inter e Cagliari, sono già tanti i punti persi. Ma il Napoli sa gestire le gare?

La risposta che verrebbe da dare d’impulso è no. Gli azzurri sono limitati sotto questo punto di vista, perché anche nel campionato scorso sono stati buttati via punti che già erano nelle mani. Tra motivazioni tecniche e analisi caratteriali, gli aspetti che potrebbero giustificare e motivare questa mancanza sono molteplici. La verità più assoluta è che la squadra, una volta andata in vantaggio non è in grado di fronteggiare eventuali contrattempi. I giocatori, quando la formazione subisce una rete, entrano in panico e – si è visto anche con il Cagliari – non riescono più ad esprimere quel gioco che a tratti sembra anche brillante. Da più di un anno si dice che Benitez deve lavorare su questo problema, la paura che è siano i tifosi a doversi abituare a questo problema…

Questione Hamsik. Lo slovacco non va ed è ancora una volta il peggiore in campo. Per lui sarebbe utile un po’ di panchina?

In questo momento proprio no, per ovvi motivi di numeri in attacco. L’episodio di Mertens, ieri ha ridotto ancor di più le scelte e quindi Marek doveva per forza di cose essere presente in campo. Una volta recuperati i molti infortunati, però, forse un po’ di riposo farebbe bene al capitano azzurro perché al momento ci sono giocatori – vedi De Guzman – che rendono sicuramente meglio di lui e per questo meritano di giocare. Purtroppo il problema per Hamsik è sempre lo stesso, manca l’adattamento nel modulo di Benitez. Con la Roma sembravano essere arrivati segnali positivi, con la sua posizione leggermente arretrata e più libera, ma una partita non cambia le carte in tavola. Resta sempre l’idea di un singolo lontano da ogni qualsivoglia tipo di orientamento nel 4-2-3-1.

Tanti infortuni e molte seconde linee in squadra. La panchina azzurra può garantire sicurezza per il resto della stagione?

Quando mancano due o tre titolari per il Napoli sono dolori. Ieri erano assenti per vari motivi Mertens, Jorginho, Insigne, Raul Albiol e Zuniga. Tanti, troppi uomini che in una squadra come quella di Benitez sono ancora più fondamentali. Contro Zeman, questi giocatori sono stati sostituiti chi meglio e chi peggio, ma comunque tra le fila partenopee resta il dubbio sulla qualità della panchina. L’assenza di Albiol in difesa ha portato Henrique titolare e il reparto arretrato – immacolato nelle ultime gare – è ritornato a fare acqua. Anche il centrocampo che aveva trovato stabilità con le prestazioni di Jorginho è stato messo a ferro e fuoco dalla velocità dei ragazzi di Zeman. Solo in attacco i danni sono stati ammortizzati grazie ad un super De Guzman. Insomma, agli azzurri mancano quelle seconde linee che consentono alla squadra di viaggiare tranquilla, anche in momenti di difficoltà. La differenza con Juve e Roma sta tutta qui, le prime della classe hanno due calciatori per ogni ruolo. Il Napoli, per rendere al massimo, deve fare affidamento sempre sugli stessi tredici o quattordici elementi.

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