Benitez cambia idee e cambia anche il Napoli, la rinascita passa per tre radicali novità

C’è un profondo abisso tra il Napoli di inizio stagione e quello del post disfatta di Berna contro lo Young Boys. Un mese che è coinciso con la rinascita totale degli azzurri non solo belli e vincenti ma anche compatti, grintosi, motivati, continui. Diversi appunto. Merito di questo capovolgimento non è solo una condizione fisica ritrovata in toto ed i fantasmi della Champions e di Bilbao ormai lontanissimi ma anche e soprattutto di alcune idee completamente rinnovate da parte di un Benitez che si sta integrando al meglio nella mentalità calcistica italiana, facendo di necessità virtù.

PARTITA DOPO PARTITA. Il bravissimo tecnico spagnolo l’ha sempre detto: si guarda e si pensa partita dopo partita, senza andare troppo oltre. Ma proprio nel suo modo di fare questo ragionamento, ovviamente, veniva meno. Nonostante l’avversaria infatti, se il Napoli doveva affrontare due impegni in pochi giorni, era necessario un turn over totale, scelta poi completamente abbandonata l’ultimo mese dopo l’ennesimo risultato catastrofico a Berna. Vuoi per troppi nuovi innesti in contemporanea, per alcune pedine fuori forma o semplicemente per una serie di congiunzioni astrali sfortunate, il turn over non dava mai i frutti sperati. Ed ecco che si cambia: non c’è più una rosa ampia e livellata ma dei titolarissimi da riproporre con qualche cambiamento. Stessi equilibri, stessi automatismi ma se c’è esigenza si cambia in corsa, anche modulo.

ADDIO INTEGRALISMO. Ed ecco che si passa all’abbandono graduale dell’integralismo beniteziano. Sia ben chiaro, il modulo non si tocca. Qualunque sia l’avversaria, anche con Insigne out sei mesi. Il 4-2-3-1 è confermatissimo ma in fase di evoluzione a gara in corso e soprattutto, con qualche lievissima modifica strada facendo. Ali che si scambiano, terzini che si sovrappongono in attacco, mediani che agiscono tra le linee, centrali di difesa che agiscono da liberi e spesso anche in area piccola per provare a gonfiare la rete. Ma, inutile negarlo, Benitez ha sorpreso tutti quando domenica pomeriggio ha rilevato Higuain per inserire nel finale Henrique rinforzando la difesa e tendendosi stretto il vantaggio di misura. Tutto riuscito. Chapeau.

BASTA FUORI RUOLO. Ad inizio stagione c’era una certa confusione tattica, in particolar modo sugli ultimi arrivati. Michu, De Guzman e David Lopez su tutti si dimostravano disponibili a qualsiasi esperimento tattico non rendendo al meglio, gli stessi Hamsik ed Insigne non si trovavano a proprio agio. Con il tempo e qualche errore di valutazione, ogni tassello è tornato a posto, con ogni pedina che sa esattamente dove posizionarsi per fare davvero la differenza. L’unico che resta ancora a bocca asciutta è Michu, acciaccato e che non ha mai trovato il giusto spazio, condannato da una condizione fisica ancora non al top. Ma ci sarà tempo anche per lui, che ha tutte le qualità per dire la propria anche in Italia.

Insomma, il vero rinnovamento del Napoli passa dai cambiamenti di un Benitez preziosissimo per i partenopei ma che sta prendendo le misure per battere qualsiasi avversaria, riuscendoci nel migliore dei modi.

Alessia Bartiromo
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