Dai fischi al trionfo, ecco le fasi che hanno reso di nuovo “grande” il Magnifico: Lorenzo è pronto ad ereditare la fascia di capitano

Momento magico per Lorenzo Insigne. Dopo un avvio tutt’altro che semplice lo scugnizzo di Frattamaggiore è cresciuto. L’edizione odierna de Il Mattino, ripercorre le fasi fondamentali della sua crescita, partendo dal modulo, quel 4-2-3-1 completamente diverso dal suo 4-3-3.

“Insigne è diventato grande: 163 centimetri di classe ed esplosività. Una trasformazione rapida ed efficace: da solista di qualità a uomo squadra essenziale. Una crescita tecnica, tattica, fisica, caratteriale. Ora Lorenzo è sicuro di sé, affronta ogni giocata con naturalezza e decisione. Si è finalmente scrollato di dosso il carico di ansie e preoccupazioni. Da napoletano il suo compito era più difficile rispetto agli altri: giudicato sempre con la lente d’ingrandimento, ingigantiti i difetti e non sempre esaltati a dovere i pregi. Una crescita a 360 gradi, Lorenzo si è legato al Napoli fino al 2019, il capitan Futuro del Napoli, l’erede naturale di Marek Hamsik. Il nuovo ruolo. Insigne si è impegnato a fondo per recepire le indicazioni da Rafa e ora interpreta alla perfezione il ruolo di esterno sinistro nel 4-2-3-1. Il meglio di sé l’aveva tirato fuori con il 4-3-3 di Zeman, da esterno alto. Il suo compito prima era esclusivamente dedicato alla fase offensiva, il napoletano tagliava, s’inseriva e segnava. Ora con le indicazioni di Benitez copre tutta la fascia, partecipa alla fase di non possesso, aiutala squadra e quando c’è da affondare riesce a farlo con incisività. Adesso è un uomo squadra, un attaccante moderno e completo. La trasformazione. Una vera e propria trasformazione da quando era un ragazzino dai grandi numeri.

 Agile e potente, il napoletano è brillante quando sposta il pallone e incisivo quando parte in profondità. Un repertorio di finte e scatti, Lorenzo adesso va via sia sul destro per il suo tiro a giro, sia sul sinistro per il cross dal fondo. E non si stanca mai, corre dietro gli avversari, contrasta e recupera palla. Il carattere. Determinato, capace di rialzare la testa nei momenti di difficoltà e con l’obiettivo di arrivare sempre il più in alto possibile. Testardo nell’inseguire il suo sogno, fin da bambino, quando giocava le partitelle instrada a Frattamaggiore con il fratello più grande Antonio. La prima scuola calcio, l’Olimpia, i provini, il no dell’Inter dovuto alla sua statura, il passaggio al settore giovanile del Napoli. La gavetta in serie C, in B, la crescita in questi tre anni a Napoli. Il momento più buio, i fischi contro l’Athletic Bilbao, il suo gesto di stizza al rientro in panchina. In quei giorni Lorenzo ha svoltato, Benitez gli ha dato sempre fiducia e dopo i primi segnali positivi con Verona e Torino quella contro la Roma è stata la sua partita perfetta.

I piccoli giganti. Insigne entra di diritto tra i piccoletti azzurri più famosi della storia. Dopo re Diego Maradona e Gianfranco Zola trova posto sul podio il ragazzo di Frattamaggiore. Lampi di pura classe i suoi,magie con la palla tra i piedi, giocate imprevedibili e sempre decisive. Gli resta adesso l’ultimo obiettivo: migliorare la media realizzativa. Un solo gol finora, quello al Torino. Pali, traverse e portieri insuperabili. Ma Lorenzo non è tipo da arrendersi, le reti arriveranno. L’anno scorso segnò la doppietta decisiva nella finale di coppa Italia contro la Fiorentina e due reti in Champions League al Borussia Dortmund, in tutto nove centri. Finora meno gol e meno assist, due in campionato: l’anno scorso in totale furono dodici. Ma gioca molto di più per la squadra. Quello che conta”.

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