Quando il gioco si fa duro…si torna ai “titolarissimi”

Chi lo riteneva legato a determinate logiche ha dovuto lasciar spazio ad una certa autocritica. Una delle osservarzioni da sempre portate a Rafa Benitez ha sempre trovato un pieno e totale riferimento nella gestione eccessiva del turn over da parte del tecnico madrileno.

Trend cambiato – Figlio di una mentalità calcistica europea, l’allenatore ex Valencia e Liverpool ha sempre fatto un deciso ricorso alla rotazione dei propri atleti per gestire al meglio le forze in vista di una stagione logorante.“Non voglio nuotare forte e arrivare morto sulla spiaggia, invece voglio arrivarci vivo e provare a vincere un trofeo. L’unico modo per potelo fare è attraverso il turnover”. La risposta di Benitez nel post sconfitta a Berna contro lo Young Boys a chi gli chiedeva il perché di una rotazione eccessiva dei propri calciatori. Parole di chi è consapevole dei propri mezzi, dei propri strumenti a disposizione. Esiste anche l’altro lato della medaglia, quella verità assoluta rappresentata dal fatto che i giocatori più in forma, la miglior squadra possibile, va gettata in campo con costanza quando c’è da dare una sterzata alla stagione, così è stato negli ultimi sette giorni. Identici gli undici scesi in campo contro Verona Roma, solo due i cambi(Mertens ed Inler per Jorginho e Insigne)nello sfortunato pari di Bergamo.

Sette punti, potevano essere nove, con i quali rilanciarsi in un campionato ancora tutto da scrivere. Il trionfo di ieri contro i giallorossi ha cementato una convizione: quando il gioco si fa duro, si torna ai titolarissimi.

Edoardo Brancaccio

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