La mancanza di continuità alla base di questo inizio di stagione: tre motivi alla base

Un passo avanti e un passo indietro. Tra punti guadagnati e altri gettati al vento, il Napoli di Benitez in questo inizio di stagione non riesce a trovare continuità.

Dopo la batosta ricevuta in seguito alla mancata qualificazione Champions, gli azzurri sono riusciti a ritrovare la vittoria, anche se rocambolesca e fortunosa (ma la fortuna a quanto pare si è fermata a Marassi), contro il Genoa: “La squadra ha archiviato la delusione ed è pronta a dare battaglia in campionato“, si diceva. E invece, dopo la sosta è arrivata un’inaspettata sconfitta contro il Chievo, ma la vittoria in rimonta contro lo Sparta Praga ha fatto nuovamente credere che quello contro i veronesi fosse un incidente di percorso. La sconfitta di Udine e il pareggio rocambolesco contro il Palermo, assimilabile ad una sconfitta per come è arrivato, hanno fatto piombare la squadra in una situazione preoccupante: assenza di gioco, equilibrio, grinta e soprattutto tranquillità mentale. Il Napoli comunque riesce ad inanellare tre risultati utili consecutivi, seppur con squadre tecnicamente inferiori e non giocando bene, contro Sassuolo, Slovan Bratislava e Torino, prima della sosta. Serenità ritrovata, strada tracciata e squadra pronta a ripartire. Ma la tanto attesa partita contro l’Inter è stata affrontata con un approccio completamente sbagliato. Nonostante ciò, gli azzurri sono riusciti ad incanalare la gara verso la vittoria, salvo farsi  raggiungere per ben due volte. Neanche il tempo di analizzare la mancata vittoria, che in Europa League contro gli svizzeri dello Young Boys, si è consumato l’ennesimo capitombolo di questo inizio di stagione altalenate. Tra le contestazioni e le polemiche, il Napoli è ritornato subito in campo contro il Verona: goleada azzurra e forse una delle migliori partite disputate dagli uomini di Benitez per intensità e qualità di gioco. Ripartire da qui per riprendere un cammino lineare in campionato. Contro l‘Atalanta però sono stati nuovamente gettati al vento tre punti che avrebbero fatto morale, in vista della gara contro la Roma, e soprattutto classifica.

Tre i motivi che potrebbero essere alla base di questi alti e bassi degli azzurri. Innanzitutto la questione fisica.  Soprattutto nelle primissime partite, comprese le due di Bilbao, era evidente la condizione precaria dei tanti giocatori reduci dal Mondiale. Poi quella mentale, forse ancora più importante: vittoria chiama vittoria, ma spesso sconfitta chiama sconfitta. Dopo alcuni risultati negativi che hanno creato tensione nell’ambiente e poca serenità nei giocatori, si è creata una situazione tale che ha reso il Napoli incapace di cavalcare quei brevi momenti positivi che si sono verificati. Ed infine c’è il motivo che farà storcere il naso agli scettici, la fortuna. Nel calcio oltre al gioco, all’impegno, alle qualità tecniche, è spesso un ciuffo d’erba a fare la differenza. Quando pur non giocando bene si vince 1-0, si dice che quella è una vittoria da grande squadra. Cosa si dice invece quando una squadra subisce un gol nell’unico tiro in porta, di tutta la partita, degli avversari? Al Napoli è accaduto contro l’Udinese, contro il Chievo, contro il Verona (goal di Hallfredsson dopo 28 secondi) e contro l’Atalanta. O anocra si possono analizzare le parate e le super prestazioni che i portieri, vedi Bardi del Chievo e lo stesso Sportiello dell’Atalanta, “sfornano” contro gli azzurri.

Per tirare le somme: maggiore concentrazione, miglioramenti nel gioco (nelle ultime due gare, da questo punto di vista,  la squadra ha fatto un grande passo in avanti), una dose di buona sorte e un po’ di ottimismo da parte dei tifosi, gli ingredienti per battere la Roma e trovare finalmente quella continuità che può dare una svolta alla stagione azzurra.

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