La sorprendente involuzione di Jorginho: da giovane leader a talento in ombra

La stagione del Napoli non sta andando nel migliore dei modi. Era iniziata male (eliminazione ai play off di Champions), non sta continuando di certo bene.

Quindi parlare dei singoli e dei problemi di ogni reparto sembra alquanto riduttivo. Risulterebbe difficile fare un’analisi oggettiva e precisa. Ma c’è un’eccezione: Jorginho, che risulta da tempo in una fase di evidente involuzione. Anche quando le cose sono andate meglio, dall’inizio dell’anno ha sempre stentato (e steccato).

Prestazioni incolori, a tratti completamente insufficienti. E se per altri elementi va fatto un discorso a parte, l’assenza dell’italo brasiliano – già inseritosi negli schemi di Benitez durante lo scorso campionato – si fa sentire.

I problemi fisici non l’hanno aiutato. A causa di fastidi muscolari ha dovuto rinunciare a più di una partita. Ma ciò che manca davvero è il piglio del leader a centrocampo.

Appena acquistato dopo aver superato la concorrenza di Fiorentina e Milan, il tecnico spagnolo gli aveva consegnato le chiavi del centrocampo e, l’ex Verona, aveva subito ripagato la fiducia del mister sfoderando buone prestazioni ed innalzando la qualità della mediana azzurra.

Il buon esordio da titolare contro la Lazio, il primo gol nel match di Coppa con la Roma.“Finalmente un regista come si deve”, pensarono in molti.

Poi un lento declino. Ci si aspettava sempre qualcosa in più, ma quel qualcosa faticava ad arrivare. Fino a giungere alla crisi attuale. Lento, macchinoso, impreciso, falloso. Tanti cartellini gialli, poche verticalizzazioni. Dov’è finito il vero Jorginho?

Andrea Gagliotti (Twitter: @AndreaGagliotti)

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