Azzurri senza “cazzimma” ma la difesa è da brividi, Benitez corra ai ripari

Rafa Benitez Gokhan Inler si erano espressi all’unisono nella conferenza stampa antecedente Young Boys-Napoli, questo gruppo ha bisogno di quella giusta dose di cazzimma, per riuscire a raddrizzare, per davvero, la china di questa stagione zoppicante. La cazzimma, termine partenopeo ormai sdoganato atto a rappresentare quell’essere furbi e pragmatici, con un pizzico di cattiveria al limite della sfacciataggine, qualità che a questo Napoli mancano per davvero. La sfida di ieri ha dimostrato anche questo, ma limitare il percorso accidentato degli azzurri semplicemente ad una mancanza di carattere è sbagliato, dalla sfida contro l’Athletic Bilbao i partenopei hanno mostrato lacune gravissime, costantemente palesate nell’arco delle sfide di campionato ed Europa League ad oggi affrontate.

Una lama nel burro – La fase difensiva azzurra in quest’inizio stagione 2014-2015 rappresenta un mix tra un horror e un thriller da Oscar, di quelli palpitanti, che nascondono con dovizia il confine tra finzione e realtà, ma quest’incubo è realtà pura. La sensazione d’angoscia che pervade i cuori dei tifosi partenopei ogni qual volta gli avversari provano ad affondare il colpo è l’emblema di quanto fragile sia la difesa azzurra quest’anno. Un reparto che si regge sulla personalità e le qualità di un giocatore arrivato in punta di piedi: Kalidou Koulibaly, il centrale ex Genk approdato in sordina all’ombra del Vesuvio si è dimostrato una pedina essenziale, oltre ad essere l’unico innesto ad oggi degno di nota della campagna acquisti estiva. Un giocatore che nonostante i suoi difetti riesce a mettere carattere e personalità a disposizione della squadra, costretto a guidare la retroguardia mentre avrebbe necessitato di un periodo di apprendistato con il quale prendere le misure di un Mondo completamente nuovo. Per il resto il reparto difensivo partenopeo fa invidia al Muro del Pianto di Gerusalemme: le incertezze di un Rafael che sta sprecando le chances da protagonista che l’addio di Reina gli ha concesso, un Raul Albiol che è l’orrida copia del buon difensore apprezzato la scorsa stagione, Christian Maggio non riesce a garantire un rendimento all’altezza da esterno in una difesa a quattro, Henrique e Ghoulam utilizzati col contagocce hanno avuto un inizio stagione agli antipodi con i primi sei mesi in azzurro, Zuniga e Britos(quest’anno utilizzato come terzino) vivono di alti e bassi. Colpe dei singoli, certo, ma la Serie A e le competizioni europee ci mostrano reparti sulla carta inferiori rendere al meglio, i limiti vanno riscontrati e valutati in un contesto tattico che garantisce poco filtro e copertura ad un pacchetto difensivo che di certo era migliorabile ma non è propriamente da buttare. Il risultato è comunque eloquente, qualsiasi avversario, dal più titolato a quello con minor appeal sembra poter costantemente rappresentare una minaccia per la difesa partenopea, vedere per credere, terminare un incontro con la porta di Rafael inviolata è sempre più utopia. Benitez prenda le misure prima che una stagione nata sotto una cattiva stella diventi un profondo baratro.

Edoardo Brancaccio

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