Arabi? Russi? Apriamo gli occhi: Malaga, Anzhi e Monaco non sono un caso…

Ah, se venisse lo sceicco…”. Tante, troppe volte ho ascoltato questa frase negli ultimi anni, tra i vicoli di una città che non solo sogna lo scudetto, ma inizia a pretenderlo con una certa veemenza. La soluzione sembra soltanto una: investire tanto su top player già affermati. Come può arrivare a fare questo una società che incassa 130 milioni di euro all’anno e ne spende 80 solo di ingaggi? Cedendo le proprie quote a qualche magnate in giro per il mondo.

Vi dico la verità, è un pensiero che ha spesse volte sfiorato anche la mia mente. Tuttavia, nel momento in cui a Napoli è arrivata la voce relativa ad una “possibile” vendita del club, ho avuto sensazioni negative. La questione è semplice: siamo sicuri che sia la soluzione migliore? Al Psg, al Manchester City è andata bene (nei rispettivi campionati, molto meno in Europa), ma agli altri club?

Ricordate il fantastico progetto dell’Anzhi? Oppure l’immensa fortuna del Malaga? Per non parlare degli acquisti pazzeschi del Monaco. Dove sono ora queste tre squadre? Chi investe nel calcio, ne sono certo, lo fa per un solo e paradossale motivo: investire anche e soprattutto in altre attività. Nel momento in cui queste vengono meno, la squadra di calcio diventa soltanto un peso da ridimensionare al più presto.

Perché rischiare un salto nel vuoto? Perché osannare un fantomatico sceicco soltanto minimamente interessato alle reali sorti del club? Troppe domande, lo so, ma Napoli è una città paradossale che spesso e volentieri non riesce a darti risposte…

Antonio De Filippo

 

 

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