Dal diamante grezzo Koulibaly all’engima tattico di De Guzman, per il mercato azzurro è tempo di prime valutazioni

Ottobre, un primo scorcio d’autunno che ricorda più una calda primavera, tempo di sosta per le Nazionali, tempo di prime valutazioni. Perché si, dopo sei giornate di campionato, due di Europa League e purtroppo un preliminare di Champions disastroso il calciomercato azzurro ha già espresso i primi, provvisori verdetti. Non un mercato qualsiasi, l’oggetto del contendere che ha causato la prima reale spaccatura tra società e piazza durante l’ormai decennale gestione De Laurentiis. Le attese erano altre, i nomi altisonanti hanno lasciato spazio, col passare dei giorni, ad atleti che di certo non hanno infiammato cuori e aspettative della platea partenopea, atleti però scelti e voluti dal tecnico azzurro Rafa Benitez e dai quali è corretto auspicarsi un responso del campo.

Colosso da sgrezzare – Il colpo della sessione di mercato estiva ad oggi è e rimane Kalidou Koulibaly, arrivato in sordina a metà maggio il centrale francese di origini senegalesi fin dal ritiro di Dimaro è stato considerato imprescindibile dal tecnico spagnolo. Un acquisto ponderato e voluto ed i motivi son presto detti, l’ex difensore del Genk è il prototipo del centrale che piace all’ex allenatore di Liverpool e Valencia. Imponente ma rapido, non disdegna la giocata, fortissimo nell’anticipo, partita dopo partita ha messo in mostra anche una spiccata personalità, non ordinaria per un atleta di ventitré anni alla prima esperienza in un campionato di primo livello. Per il difensore anche un primo goal a referto, ma tra i tanti pregi sono stati messi in mostra anche quei difetti che per essere protagonisti devono essere smussati, l’umiltà al giocatore non manca e l’ha anche espresso più volte anche in varie interviste: “Devo lavorare sulla concentrazione, in Italia al primo errore gli attaccanti ti puniscono“. Limare distrazioni che possono costare care e un’eccessiva irruenza negli interventi sarà decisivo per permettere a Koulibaly di diventare un protagonista assoluto, ma la stoffa c’è e le premesse sono molto positive.

Ordine e disciplina – David Lopez è stato l’ultimo acquisto portato a segno dalla società azzurra, accolto con un’incertezza che in alcuni casi ha assunto contenuti deprecabili ha subito messo in mostra i motivi che hanno portato Riccardo Bigon  e Benitez a chiudere per il mediano dell’Espanyol. Giocatore ordinato, garantisce quantità a profusione ma è dotato anche di buone doti d’impostazione, centimetri e intelligenza tattica messe in mostra nelle quattro apparizioni in maglia azzurra. Non sarà Mascherano o Kramer, ma è senza dubbio un acquisto dall’esborso non eccessivo che ha comunque tutto per garantire costrutto alla causa partenopea.

Piccoli progressi – L’occasione a porta spalancata contro l’Athletic Bilbao in cui ha preferito servire Callejon invece di calciare a rete è stata l’emblema del durissimo inizio di stagione di Michu. L’ex giocatore dello Swansea che ha sostituito Goran Pandev nello scacchiere partenopeo ha avuto grossi problemi in questa prima fase, reduce da un’annata praticamente persa a causa di un gravissimo infortunio, lo spagnolo, dotato di una stazza a dir poco imponente, deve necessariamente recuperare la condizione in maniera graduale. Troppa anche la timidezza, l’incertezza sciorinata sul rettangolo di gioco, prerogativa da eliminare assolutamente dato il ruolo nevralgico, da vice-Hamsik, in cui viene impiegato. Nella vittoria casalinga contro il Torino è però apparso in notevole crescita, più nel vivo del gioco ha servito palloni invitanti ai compagni e sfiorato il goal con un’incornata che meritava  più della traversa. Un calciatore che se riuscisse a ritrovare sé stesso e mostrare quanto fatto al Rayo Vallecano e allo Swansea potrebbe rivelarsi più che utile, è questa la speranza di tecnico e società.

Esordio da incorniciare poi… – Se le quotazioni di Michu sembrano salire, percorso inverso sembra quello tracciato da Jonathan De Guzman. Il centrocampista orange ha esordito nel miglior modo possibile, subentrato nel finale contro il Genoa prendendo il posto di Hamsik ha griffato la vittoria degli azzurri in quel di Marassi con un inserimento d’antologia. L’esperienza in azzurro sembrava in discesa e invece proprio dopo quel posticipo da protagonista la condizione del centrocampista è apparsa a dir poco enigmatica. Benitez, consapevole della duttilità del giocatore che in conferenza di è definito tuttocampista, centrocampista a tutto campo, l’ha impiegato in tutti ruoli dello scacchiere offensivo, praticamente un jolly in ogni ruolo a supporto della prima punta. Mai però, l’olandese, nelle sei presenze(quasi esclusivamente a partita in corso) è però apparso incisivo ad eccezione del quarto d’ora contro il Genoa. La mancanza di continuità sia tecnica che tattica può sicuramente rappresentare un problema, compito di Benitez e del giocatore chiudere il cerchio.

Un mercato che non ha esaltato i più esigenti ma che può e deve dare un apporto maggiore, dalla sfida di San Siro contro l’Inter il gioco si farà duro per davvero. Non sono arrivati calciatori di primo piano, questo è certo, la mancanza di nomi d’alto profilo nell’ultimo mercato ha tracciato il solco che ad oggi separa il Napoli dalle prime due della classe, ma se i nuovi innesti riuscissero a dare quanto è nelle proprie corde la stagione azzurra potrebbe riservare prospettive di livello.

Edoardo Brancaccio

 

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