Dall’Odissea di Insigne alla faida con Gargano. Serve un ambiente compatto, “spalla a spalla” si può rinascere

Tre vittorie consecutive, i postumi dei colpi di Aduriz, Maxi Lopez, Danilo e Belotti alle spalle. Come un pugile colpito duro la truppa si Benitez si è rialzata e ha raggiunto una sosta più che mai benefica per rinfrancare fisico e spirito, riordinare ulteriormente le idee. Del resto tra poco meno di due settimane sarà di nuovo campionato e con una sfida di quelle da emozioni forti, l’Inter di Mazzarri a San Siro in un confronto che almeno per il tecnico livornese avrà i crismi del dentro/fuori.

La settimana da poco trascorsa, impreziosita dalle tre già citate affermazioni tra campionato ed Europa League, lascia un input di quelli da non sottovalutare. Questo Napoli non può fare a meno di quella che rappresenta, per davvero, una vera e propria panacea imprescindibile per risollevarsi: un ambiente compatto che invece di attaccare, infierire, faccia da scudo, come l’impagable, negli anni, pubblico partenopeo ha sempre fatto, dagli inferi della Serie C alle gioie della Champions e dei trionfi in Coppa Italia.

I tormenti di Lorenzo – La bella vittoria contro il Torino ha avuto una copertina che non poteva che prendere la ribalta: le lacrime di Lorenzo Insigne dopo il gran goal di testa con cui ha scacciato un’angoscia figlia di una pressione enorme e ben riposta dato il valore ed il talento del giovane prodotto del vivaio azzurro. Pressioni che però troppo spesso sono sfociate nell’accanimento di una piazza che invece dovrebbe coccolare un ragazzo che per qualità e attaccamento alla maglia ha tutto per diventare una bandiera, un simbolo che al Napoli per appartenenza  e valore sul rettangolo verde, non ce ne voglia Paolo Cannavaro, manca da tempo. Sostenere nonostante gli errori, spronare quando più ne ha bisogno, questa deve essere la regola con cui permettere al folletto di Frattamaggiore di esplodere definitivamente. Che lo splendido secondo tempo contro i granata sia un monito di quello che nel tempo il numero 24 azzurro potrà dare con una continuità sempre maggiore, anche metabolizzando l’enorme lavoro, spesso troppo sottovalutato, che Benitez richiede.

Salvate il soldato Walter – Capitolo a parte la vera propria campagna che una fetta del tifo partenopeo sta portando avanti contro Walter Gargano. Le parole al suo approdo all’Inter non furono di certo gradevoli, esternazioni sulle quali però ritornare appare irrilevante, sebbene le ragioni del cuore e del tifo spesso prendano vie contorte, anche perchè mai l’uruguagio si è espresso in termini negativi nei confronti della sua prima esperienza azzurra. Il numero 77 partenopeo, al quale proprio domenica sera è stato chiesto di togliersi la maglia, quella maglia la sta onorando. Non con le parole, ma con i fatti, con un rendimento costante, impegno e abnegazione con le quali dal primo giorno di ritiro ha conquistato Benitez e la titolarità. Un giocatore che nonostante i suoi limiti è ad oggi essenziale e che merita di essere criticato per i propri errori, ma sempre applaudito per la grinta e la caparbietà che non fa mai mancare nei 90 di gioco.

Spalla a spalla – L’inizio di quest’annata non è stato semplice, alle premesse iniziali hanno fatto seguito una campagna acquisti sottotono e una bruciante eliminazione dalla Champions, il balbettante primo scorcio di campionato ha fatto il resto. Questo gruppo, però, ha dimostrato di avere tante qualità, molte ad oggi ancora inespresse, la stagione è solo ai suoi primi vagiti e può ancora essere entusiasmante, ma il Napoli non può fare a meno di Napoli, la storia insegna. Spalla a spalla nulla è precluso, parola di Rafa Benitez.

Edoardo Brancaccio

 

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