Il cuore oltre l’ostacolo. Se non soffriamo non siamo noi

Necessario continuare sulla strada tracciata dalle recenti sfide vincenti. Determinante non disperdere le certezza accumulate negli ultimi giorni partendo da Sassuolo ed arrivando al San Paolo per la sfida di stasera. Un passaggio in Europa, via Bratislava per rinsaldare gli ultimi progressi. Giusto il tempo di ritrovare il capitano, smarrito nell’ultimo anno e visto a sprazzi anche nel Benitez bis. Napoli contro Torino è la classica prova del nove, la voglia di capire se gli azzurri sono quelli brutti e sfortunati delle prime prestazioni stagionali o quello convinto e pieno di voglia di fare degli ultimi due impegni ravvicinati. Napoli contro Torino è anche una sfida dai tanti ex vicini e lontani, Amauri, El Kaddouri, Ventura e Quagliarella.

Il tecnico azzurro prova ancora a fare il mago e mischia le carte. Rimane fuori proprio il capitano (colpito da febbre) dopo la buona prestazione di Bratislava, dentro lo spagnolo Michu già bollato come acquisto errato. Rispetto alla sfida di giovedì in Europa spazio a Zuniga al posto di Ghoulam, Mertens per Insigne e ritorno al centro della difesa per Albiol.

Impauriti da cosa? – Ci sono occasioni in cui bastano pochi minuti per capire che serata sarà. Questa è una di quelle occasioni. Passano i primi dieci minuti in una noia mortale, le squadre si studiano ma il Napoli sembra impaurito, rintanato nella propria area ad attendere chissà cosa. Il Torino fa la partita tenendo la palla e facendola girare non senza strafalcioni in appoggi facili. Dopo meno di quindici minuti siamo sotto di un gol in una delle situazioni più riviste, il gol dell’ex. Proprio lui, Fabio Quagliarella segna il suo cognome sul tabellino dei marcatori al minuto quattordici. Maksimović trova l’attaccante di Castellamare sul filo del fuorigioco (sembra di pochissimo al di là di Maggio ma cambierebbe poco). Splendido il gol dell’attaccante del Torino da posizione defilata, stop al volo e tiro ad incrociare. Imbambolato, questo forse l’aggettivo più giusto per gli uomini di Benitez nei primi venti minuti. Serve una palla recuperata da Michu (che si è fatto notare solo per un cartellino giallo) a centrocampo per risvegliare i giocatori in maglia azzurra. Higuain trova Insigne davanti a Gillet, sul palo il tiro dell’attaccante azzurro. Sulla ribattuta El Pipita non riesce a mettere in gol, respinto due volte sulla linea. L’azione fortuita scuote il Napoli che finalmente abbozza un minimo di pressing in area granata. Se la Dea bendata guardasse qualche volta potrebbe anche aiutarci. Al trentunesimo è ancora Insigne che potrebbe riaddrizzare il match. Ottima combinazione con Michu ed il folletto azzurro si trova ancora davanti a Gillet che gli nega il gol. Finalmente il Napoli sembra tornare degno del suo nome. Le occasioni si ripetono ma dietro si continua a ballare. Albiol è spesso in affanno e per poco El Kaddouri non bissa la legge dell’ex. Ci provano anche Inler (dalla distanza, ancora Gillet) ed Insigne, nulla di fatto. Chiudiamo in svantaggio sperando che la ripresa riporti in campo un Napoli con il cuore.

Il cuore oltre l’ostacolo – In effetti il presagio è quello giusto. Il Napoli che scende in campo nel secondo tempo è di altra fattura. Sprinta, lotta e sbuffa per riportare su binari migliori la sfida. Quando Michu però colpisce la traversa sembra una di quelle serate in cui andrà tutto storto. Pregevole il colpo di testa dell’attaccante spagnolo che finalmente fa parlare di sé. Ma il gol è nell’aria e arriva dopo appena tre minuti. Buona la combinazione sulla fascia sinistra, Zuniga crossa finalmente un pallone decente in area di rigore. Paradossale che a colpire di testa sia proprio lui, il più piccolo attaccante azzurro. Palo e gol per Lorenzo che urla tutta la sua rabbia. Il Napoli però ha ora il controllo della partita, complice un crollo fisico del Torino, evidentemente non in grado di giocare due competizioni. Occasioni a ripetizione per il Napoli prima con Callejon e poi con Higuain che ancora non riesce a trovare il primo gol in campionato su grande imbeccata di Insigne, galvanizzato dal gol ed ormai imprendibile. Al settantatreesimo minuto però il Napoli trova finalmente il gol; è sempre lui lo spagnolo tanto caro a Benitez, Jose Maria Callejon. Una traiettoria beffarda quella del pallone che scavalca Gillet, a capitalizzare un grande passaggio di Lorenzo. Napoli in vantaggio, meritatamente. Il finale è solo una girandola di cambi, il Torino è troppo stanco per recuperare il match, il Napoli troppo impaurito per provare ad attaccare. Ci chiudiamo al solito nella nostra area ed il terrore è spesso dipinto sui volti degli azzurri quando la palla arriva dalle parti di Rafael, apparso ancora indeciso nelle uscite.

Vinciamo ancora una volta, tre su tre ed ora facciamo che questa lenta camminata ritorni ad essere una corsa sostenuta.

Antonio Picarelli

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